Il Sole - ricerca storica di Antonio Zaccaria e Andrea Bandini

Il Sole - ricerca storica di Antonio Zaccaria e Andrea Bandini 


La ricerca storica condotta da Antonio Zaccaria e Andrea Bandini (vedi articolo su rivistasiti - vedi anche il recente  Le origini della Terra del Sole - Antonio Zaccaria, Andrea Bandini - Alpe Appennina Rivista 04/202)  finalizzata a indagare “le origini di Terra del Sole nei documenti dell’epoca”, recentemente pubblicata da “a d CENTRO STUDI” sgombra il campo dalle tante supposizioni che fino ad ora erano state avanzate prive però di precisi riscontri documentari.

La ricerca offre ora molte più certezze sulle tante ipotesi formulate in precedenza sulla fortezza medicea in Romagna.

Viene confermata la scelta progettuale, così come quella del sito, in capo allo stesso Cosimo I de Medici.


Si conferma anche l'affidamento ad un unico professionista la gestione della “fabbrica”, dai rilievi preliminari del sito, dalle fondazioni dei bastioni, delle cortine e delle mura perimetrali alle prime costruzioni interne al perimetro fortificato almeno fino al 1569, sulla base di una precisa scelta professionale di fiducia, nella figura dell’Ingegnere Giovanni Camerini. Viene superata l'ipotesi di una progettazione "a più mani", ma che a nostro avviso non può essere scartata a priori dato che altre recenti ricerche confermano che più artisti, architetti ed ingegneri lavorarono assieme a Cosimo nella progettazione. Idee, proposte e progetti pratici e praticabili vennero sicuramente vagliati e confutati da Cosimo assieme alla sua ristretta cerchia di tecnici e collaboratori, una scelta che è sempre e comunque attribuibile allo stesso duca. A conferma di ciò ci viene in soccorso un inventario dei primi mesi del 1638 di Palazzo Pitti in cui “nel salone del su detto piano in su detto ricetto” è registrata la presenza di “Quattro quadri in tela .. entrovi in uno il granduca Cosimo con più artisti che lavorano e disegnano la terra del sole(Inventario Palazzo Pitti, inv.525, 4 marzo 1638, c. 55v). Ma di questo forniremo più avanti maggiori dettagli.


Altri e forse più “rinomati” professionisti al servizio del ducato fiorentino si alterneranno al cantiere solo in tempi successivi all'uscita di scena del Camerini. Si rafforza anche l’ipotesi, più credibile, che il modello fortificato di Terra del Sole sia una sorta di standard architettonico desunto dai tanti trattati dell'epoca e da proposte progettuali inviate direttamente al Duca, come nel caso di Domenico Mora. Bandini e Zaccaria, ripropongono l’ipotesi di costruire in Romagna ai confini con lo Stato della Chiesa non solo una fortezza militare di frontiera ma insieme una “città” rifacendosi ai modelli urbani già collaudati delle “terre murate” toscane. Questa ricerca riapre, a distanza di tempo, una serie di questioni relative a convinzioni che si erano consolidate sulla base del testo del Donatini.


Questa nuova ricerca che elenca in modo puntuale la documentazione archivistica dell'epoca, ricalca comunque, o vi prende le mosse, dalle molte scoperte inedite sull'origine di Terra del Sole rese note in precedenza da Cesare Bazzoni [Quasar, Firenze, n. 11-12, 1994] nella sua tesi di Laurea.


Uno degli aspetti fino ad ora meno noti evidenziato da Bandini e Zaccaria è una citazione tratta da un cronista dell'epoca, frate domenicano Serafino Razzi nel suo viaggio adriatico fatto l'anno 1572, relativamente alla forma quadrata della pianta che avrebbe dovuto avere in origine la fortezza.
Una conferma a questa ipotesi la si trova in un disegno di fine Cinquecento conservato nell'Archivio di Stato di Firenze.


La mappa venne realizzata da Antonio Falleri negli anni dal 1565 al 1590 in cui la pianta della fortezza è rappresentata di forma quadrata (Archivio di Stato di Firenze ;  Miscellanea Medicea; Nº unità archivistica: 93/IV; Nº carta: 63r;  ID Catalogo #17359; Giovanni Falleri [1550-1600]). La mappa è catalogata come “pianta prospettica che raffigura schematicamente il fiume Montone tra Terra del Sole e Castrocaro (che compaiono in planimetria e in prospettiva rispettivamente), con progetto di raddrizzamento e canalizzazione del corso d'acqua; compare anche una gora con mulino in prossimità di Terra del Sole, senza annotazioni di sorta”.

Il problema del fiume Montone che lambisce il perimetro murario a Sud e Sud-Est si presenta fin dalla fondazione della fortezza e vedrà nel tempo coinvolti diversi ingegneri medicei per studiare ed adottare una soluzione.La conformazione rettangolare adottata risulta dettata da motivazioni pratiche e logistiche date dalle caratteristiche orografiche dei luoghi.
Le colline a nord-ovest e il corso del fiume a sud-est hanno influito e determinato la forma allungata sull’asse sud-est/nord-ovest del perimetro della fortezza.
La scelta progettuale è documentata sia nelle diverse missive intercorse fra il Camerini e il principe reggente in cui si descrivono lo stato fisico dei luoghi e le problematiche ad esso connesse sia dalle mappe originali all’epoca del cantiere.
 
Insignificanti a questo punto le teorie ispiratrici di "città ideale" vagheggiate dagli umanisti nella realizzazione della fortezza di Terra del Sole.

     Perde anche di significato la similitudine architettonica della fortezza romagnola con quella di Siena del Lanci con la quale mostra alcune affinità della pianta rettangolare bastionata.  

Oltre ai modelli architettonici dell’epoca viene a conforto della ipotesi originaria di una pianta quadrata per Terra del Sole la stessa denominazione che Cosimo stesso avrebbe proposto/imposto e che si ritrova nelle fonti archivistiche sia locali che fiorentine: fabbrica o “nuova fabbrica del Sole”, castello o “nuovo castello del Sole”, “terra detta el Sole”, “terra che si domanda Il Sole”.
Nel tempo l’etimo originario del “Sole” si è popolarizzato e forse banalizzato per convenzione semplicemente in “Terra del Sole”.

Ma era una consuetudine toscana denominare “terre” i paesi e le piccole città periferiche alla dominante Firenze.

Quindi una nuova “città-fortificata”, denominata “Il Sole”, con tanto di “arma” con “il sole su campo azzurro” avrebbe dovuto idealmente rappresentare in Terra l’astro solare, simbolo cosimiano per eccellenza tanto quanto la denominazione che lo stesso Duca impone per la fortezza del Sasso Simone nel Montefeltro e sulla stessa concezione per Cosmopoli (città del cosmo e di Cosimo) sull’Elba.

     Gli ideali pratici, oltre a quelli “egocentrici, misticizzanti e propagandistici”, ai quali il duca Cosimo si ispirava erano prevalentemente funzionali alla necessità di rafforzare l'accentramento totalitario del suo potere politico assolutistico ed economico sui sudditi e sui territori dominati da Firenze [vedi l'apoteosi di Cosimo].

    I Medici erano i detentori unici delle finanze dello Stato, per cui le rendite fondiarie, i possedimenti agricoli, e le speculazioni economiche, come ad esempio sul sale e sul grano, erano di fatto una sorta di monopolio pubblico ad esclusivo vantaggio privato.

    Il grande processo di urbanizzazione, prevalentemente di tipo militare, così come la creazione di città nuove e di fortezze a presidio dei centri urbani e dei territori di confine, che furono una caratteristica del granducato, doveva essere per i granduchi oltre che utile in termini di prestigio ma soprattutto economicamente vantaggiosa.

    Per realizzare i loro progetti egemonici i Medici ricorsero ad ogni mezzo coercitivo. Dall'imposizione fiscale sulle comunità per la fortificazione delle strutture militari all'uso indiscriminato delle "comandate", ovvero all’obbligo dei lavoratori di prestare la propria opera in modo "coatto", oltre a quella dell'utilizzo degli animali da soma dei contadini, e anche laddove le opere fossero realizzate da salariati le paghe erano talmente miserabili da essere comunque vessatorie.   

Non a caso nelle fortificazioni realizzate dai Medici erano collocati dei magazzini, utili a conservare quei cereali sui quali il casato mediceo speculava.

    La politica urbanistica medicea, caratterizzata appunto da un diffuso sistema di fortificazioni aveva lo scopo prevalente di imporre un sistema difensivo volto a sbarrare ogni via d’accesso al granducato.

    In anticipo rispetto alle monarchie nazionali, i Medici, con la costruzione del granducato incarnarono tutte le caratteristiche dello stato assoluto. 

    I granduchi manifestarono la loro attenzione nei confronti della propaganda, che all'epoca si realizzava attraverso un'architettura celebrativa. 

    Le tantissime fortificazioni fatte realizzare da Cosimo e sparse per tutta la Toscana hanno avuto come scopo principale quello deterrente verso le popolazioni dominate.


    Fino ad ora la costruzione della città fortezza di Terra del Sole sembrava ammantata da una sorta di segretezza militare.
Posta lontano dalla dominante Firenze ai confini dello Stato della Chiesa in un territorio senza confini naturali e travagliata da profondi conflitti sociali e politici.
Le fattezze della nuova fortezza militare dovevano rimanere segrete al punto, pare, da doverne evitare anche la riproduzione iconografica o quantomeno tali da sviare le reali funzioni specifiche che avrebbe dovuto svolgere sul territorio romagnolo sotto dominio toscano: capoluogo amministrativo della Romagna fiorentina, sede di tribunale civile e criminale di prima istanza, presidio militare della Banda del Bargello di Romagna.


    Cesare Bazzoni nella sua tesi di laurea (Quasar n. 11-12, 1994) avanza questa teoria della segretezza sulla base di una serie di riscontri ritenuti attendibili: Eugenio Danti, che per anni era stato al servizio della corte cosimiana, nel dipingere la sala delle mappe in Vaticano ritrae Terra del Sole con una forma pentacolare oltre alla riscontrata la mancanza di iconografie nel ciclo pittorico degli edifici pubblici di Firenze.

Molte mappe e cartografie antiche raffigurano Terra del Sole con forme geometriche pencagonali anziché rettangolari

    Inoltre, nella Sala di Cosimo I di Palazzo Vecchio in Firenze, nell'affresco di Giorgio Vasari raffigurante Cosimo I de' Medici tra i suoi artisti, in cui sono rappresentati i maggiori architetti e ingegneri della sua corte compare in primo piano in basso lo stesso Vasari che reca fra le mani un foglio in cui è tracciato una probabile pianta di un progetto architettonico. La cosa più interessante non è tanto quella di questo affresco ma quella dei "cartoni preparatori" dello stesso dipinto.
Nei "cartoni" conservati sia nel "gabinetto dei disegni" del Castello Sforzesco a Milano sia al Metropolitan Museum of Art di New York in cui Vasari ha in mano un foglio su cui è tracciata la pianta di Terra del Sole.


A seguito della ricerca storica a cui si faceva riferimento in apertura sarebbe anche utile ampliare l’indagine su anche altri aspetti ancora vaghi o con attribuzioni non confutate come ad esempio la progettazione del Palazzo dei Commissari o Pretorio.