Il Sole - ricerca storica di Antonio Zaccaria e Andrea Bandini
La ricerca storica condotta
da
Antonio Zaccaria e Andrea Bandini (vedi articolo su rivistasiti - vedi anche il recente Le origini della Terra del Sole - Antonio Zaccaria, Andrea Bandini - Alpe Appennina Rivista 04/202)
finalizzata a indagare “le
origini di Terra del Sole nei documenti dell’epoca”, recentemente
pubblicata da “a d CENTRO STUDI” sgombra il campo dalle tante
supposizioni che fino ad ora erano state avanzate prive però di precisi
riscontri documentari.
La ricerca offre ora molte più certezze sulle tante ipotesi formulate in precedenza sulla fortezza medicea in Romagna.
Viene confermata la scelta progettuale, così come quella del sito, in capo allo stesso Cosimo I de Medici.
Altri e forse più “rinomati” professionisti al servizio del ducato fiorentino si alterneranno al cantiere solo in tempi successivi all'uscita di scena del Camerini. Si rafforza anche l’ipotesi, più credibile, che il modello fortificato di Terra del Sole sia una sorta di standard architettonico desunto dai tanti trattati dell'epoca e da proposte progettuali inviate direttamente al Duca, come nel caso di Domenico Mora. Bandini e Zaccaria, ripropongono l’ipotesi di costruire in Romagna ai confini con lo Stato della Chiesa non solo una fortezza militare di frontiera ma insieme una “città” rifacendosi ai modelli urbani già collaudati delle “terre murate” toscane. Questa ricerca riapre, a distanza di tempo, una serie di questioni relative a convinzioni che si erano consolidate sulla base del testo del Donatini.
Uno degli
aspetti fino ad ora meno noti evidenziato da Bandini e Zaccaria è una citazione
tratta da un cronista dell'epoca, frate domenicano Serafino Razzi nel suo viaggio adriatico
fatto l'anno 1572, relativamente alla forma quadrata della pianta che avrebbe dovuto
avere in origine la fortezza.
Una
conferma a questa ipotesi la si trova in un disegno di fine Cinquecento
conservato nell'Archivio di Stato di Firenze.

Il problema
del fiume Montone che lambisce il perimetro murario a Sud e Sud-Est si presenta
fin dalla fondazione della fortezza e vedrà nel tempo coinvolti diversi
ingegneri medicei per studiare ed adottare una soluzione.La
conformazione rettangolare adottata risulta dettata da motivazioni pratiche e
logistiche date dalle caratteristiche orografiche dei luoghi.
Le colline a
nord-ovest e il corso del fiume a sud-est hanno influito e determinato la forma
allungata sull’asse sud-est/nord-ovest del perimetro della fortezza.
La scelta
progettuale è documentata sia nelle diverse missive intercorse fra il Camerini
e il principe reggente in cui si descrivono lo stato fisico dei luoghi e le
problematiche ad esso connesse sia dalle mappe originali all’epoca del
cantiere.
Insignificanti
a questo punto le teorie ispiratrici di "città ideale" vagheggiate dagli
umanisti nella realizzazione della fortezza di Terra del Sole.
Perde anche di significato la similitudine architettonica della fortezza romagnola con quella di Siena del Lanci con la quale mostra alcune affinità della pianta rettangolare bastionata.
Oltre ai
modelli architettonici dell’epoca viene a conforto della ipotesi originaria di
una pianta quadrata per Terra del Sole la stessa denominazione che Cosimo
stesso avrebbe proposto/imposto e che si ritrova nelle fonti archivistiche sia
locali che fiorentine: fabbrica o “nuova fabbrica del Sole”, castello o “nuovo
castello del Sole”, “terra detta el Sole”, “terra che si domanda Il Sole”.
Nel
tempo l’etimo originario del “Sole” si è popolarizzato e forse banalizzato per
convenzione semplicemente in “Terra del Sole”.
Ma era una consuetudine toscana
denominare “terre” i paesi e le piccole città periferiche alla dominante
Firenze.
Quindi
una nuova “città-fortificata”, denominata “Il Sole”, con tanto di “arma” con
“il sole su campo azzurro” avrebbe dovuto idealmente rappresentare in Terra
l’astro solare, simbolo cosimiano per eccellenza tanto quanto la denominazione
che lo stesso Duca impone per la fortezza del Sasso Simone
nel Montefeltro e sulla stessa concezione per Cosmopoli (città del cosmo e di
Cosimo) sull’Elba.
Gli
ideali pratici, oltre a quelli “egocentrici, misticizzanti e propagandistici”, ai quali il duca Cosimo si ispirava erano prevalentemente funzionali alla necessità di rafforzare l'accentramento
totalitario del suo potere politico assolutistico ed economico sui sudditi e sui territori
dominati da Firenze [vedi l'apoteosi di Cosimo].
I Medici erano i detentori unici delle finanze dello Stato, per cui le
rendite fondiarie, i possedimenti agricoli, e le speculazioni economiche, come
ad esempio sul sale e sul grano, erano di fatto una sorta di monopolio pubblico
ad esclusivo vantaggio privato.
Il grande processo di urbanizzazione,
prevalentemente di tipo militare, così come la creazione di città nuove e di
fortezze a presidio dei centri urbani e dei territori di confine, che furono una
caratteristica del granducato, doveva essere per i granduchi oltre che utile in
termini di prestigio ma soprattutto economicamente vantaggiosa.
Per realizzare i loro progetti egemonici i Medici ricorsero
ad ogni mezzo coercitivo. Dall'imposizione fiscale sulle comunità per la
fortificazione delle strutture militari all'uso indiscriminato delle "comandate",
ovvero all’obbligo dei lavoratori di prestare la propria opera in modo
"coatto", oltre a quella dell'utilizzo degli animali da soma dei
contadini, e anche laddove le opere fossero realizzate da salariati le paghe
erano talmente miserabili da essere comunque vessatorie.
Non a caso nelle fortificazioni realizzate dai Medici erano
collocati dei magazzini, utili a conservare quei cereali sui quali il casato
mediceo speculava.
La politica urbanistica medicea,
caratterizzata appunto da un diffuso sistema di fortificazioni aveva lo scopo
prevalente di imporre un sistema difensivo volto a sbarrare ogni via d’accesso
al granducato.
In anticipo rispetto alle monarchie
nazionali, i Medici, con la costruzione del granducato incarnarono tutte le
caratteristiche dello stato assoluto.
I granduchi manifestarono la loro
attenzione nei confronti della propaganda, che all'epoca si realizzava
attraverso un'architettura celebrativa.
Le tantissime fortificazioni fatte realizzare da Cosimo e sparse
per tutta la Toscana hanno avuto come scopo principale quello deterrente verso
le popolazioni dominate.
Fino ad ora la costruzione della città fortezza di Terra del
Sole sembrava ammantata da una sorta di segretezza militare.
Posta lontano dalla dominante Firenze ai confini dello Stato della Chiesa in un
territorio senza confini naturali e travagliata da profondi
conflitti sociali e politici.
Le fattezze della nuova fortezza militare
dovevano rimanere segrete al punto, pare, da doverne evitare anche la
riproduzione iconografica o quantomeno tali da sviare le reali funzioni
specifiche che avrebbe dovuto svolgere sul territorio romagnolo sotto dominio
toscano: capoluogo amministrativo della Romagna fiorentina, sede di tribunale
civile e criminale di prima istanza, presidio militare della Banda del Bargello
di Romagna.
Cesare Bazzoni nella sua tesi di laurea (Quasar n. 11-12,
1994) avanza questa teoria della segretezza sulla base di una serie di riscontri
ritenuti attendibili: Eugenio Danti, che per anni era stato al
servizio della corte cosimiana, nel dipingere la sala delle mappe in Vaticano
ritrae Terra del Sole con una forma pentacolare oltre alla
riscontrata la mancanza di iconografie nel ciclo pittorico degli edifici
pubblici di Firenze.
Molte mappe e cartografie antiche raffigurano Terra del Sole con forme geometriche pencagonali anziché rettangolari
Inoltre, nella Sala di Cosimo I di Palazzo Vecchio in
Firenze, nell'affresco di Giorgio Vasari raffigurante Cosimo I de' Medici tra i
suoi artisti, in cui sono rappresentati i maggiori architetti e ingegneri della
sua corte compare in primo piano in basso lo stesso Vasari che reca fra le mani
un foglio in cui è tracciato una probabile pianta di un progetto
architettonico. La cosa più interessante non è tanto quella di questo affresco
ma quella dei "cartoni preparatori" dello stesso dipinto.
Nei "cartoni" conservati sia nel "gabinetto dei
disegni" del Castello Sforzesco a Milano sia al Metropolitan Museum
of Art di New York in cui Vasari ha in mano un foglio su cui è
tracciata la pianta di Terra del Sole.
A seguito della ricerca storica a cui si faceva riferimento
in apertura sarebbe anche utile ampliare l’indagine su anche altri aspetti
ancora vaghi o con attribuzioni non confutate come ad esempio la progettazione
del Palazzo dei Commissari o Pretorio.