Egnazio Danti

Egnazio Danti (Perugia 1536 – Alatri 1586) dal 1562 al 1574 è “famiglio” del granduca di Toscana, Cosimo I, con cui ha relazioni continue e dirette: insegna matematica ai suoi figli (e alla sua Accademia del Disegno) e dedica loro traduzioni volgari e commenti dei principali trattati di matematica antica; progetta un canale navigabile attraverso l’Appennino tra Tirreno e Adriatico; decora con carte geografiche e con un enorme globo terrestre la stanza del Guardaroba a Palazzo Vecchio; partecipa alla costruzione delle fortezze di confine e fa rilevamenti corografici sul terreno; costruisce e raccoglie strumenti astronomici.
Il servizio alla corte fiorentina è fondamentale per la formazione professionale del Danti, oltre che per la sua carriera: le commissioni del Granduca, a sua volta esperto di artiglieria e di fortificazioni, lo obbligano a sviluppare in molte direzioni le sue capacità di matematico pratico, oltre ad abituarlo a pensare in grande e a praticare con i principi, e a liberarlo da una dipendenza troppo stretta dalle autorità del suo Ordine.

    Dal 1572 Cosimo I, che aspira a intraprendere la riforma del calendario, ne indirizza il lavoro verso l’astronomia: il Danti ricalcola le coordinate di Firenze, e installa orologi solari a Santa Maria Novella per dimostrare che i moti del sole e il calendario umano non corrispondono più. 

    Già dal 1567 lavora anche, come architetto, per il papa Pio V Ghislieri, per il quale progetta un convento a Bosco Marengo: servire il Granduca procura al Danti, come a suo fratello Vincenzo, anche commesse dal papa, loro signore naturale.
E quando, poco dopo la morte di Cosimo I, il nuovo Granduca e suo ex allievo Francesco lo fa allontanare da Firenze per ragioni che non conosciamo, il Danti trova rapidamente nuovi impieghi nei territori papali. Trasferitosi a Bologna, insegna matematica allo Studio, disegna corografie rilevate sul terreno (Perugino, Legazioni di Bologna e, pare, di Ferrara e Romagna, poi Tuscia e Lazio), e costruisce anemometri e orologi solari, con i quali dimostra “il vero tempo della Pasqua”: il che gli procura il favore del papa bolognese Gregorio XIII Buoncompagni, e un ruolo di primo piano nella riforma del calendario, intrapresa ufficialmente nel 1577.
(in Nelle stanze di palazzo. Venezia Firenze pdf di Milanesi Marica



Meridiana realizzata da Danti all’interno di San Petronio
(in un disegno tratto dall’Almagestum Novum di Riccioli),
con la quale verificò proprio l’epoca dell’equinozio di primavera
Un personaggio che lo stesso Vasari dipinge come «[…] nelle cose di cosmografia eccellentissimo e di raro ingegno […]»
Padre Egnatio Danti, domenicano e vescovo di Alatri, perugino di nascita, è una delle maggiori personalità di spicco del Cinquecento nel settore della geografia astronomica; la cosmografia, secondo la denominazione dell’epoca. Fu cosmografo del granduca Cosimo I de’ Medici e di papa Gregorio XIII. Docente di matematiche nelle università di Firenze e Bologna, realizzò le meridiane in S. Maria Novella a Firenze e in S. Petronio a Bologna,

Sala delle Carte Geografiche o della Guardaroba
Delle 53 tavole geografiche portate a compimento,
30 furono dipinte dal domenicano Egnazio Danti (1564-1575)
e 23 dal monaco olivetano Stefano Bonsignori (1575-1586).
Egnazio Danti realizzò anche il grande globo
terrestre (1564-1571)  che però fu collocato altrove
e ricondotto alla sua  destinazione originaria
solo nel secolo scorso.
le pitture geografiche parietali in Palazzo Vecchio, sempre a Firenze e quelle corografiche della Galleria del Belvedere o delle Carte Geografiche in Vaticano. Inventore e costruttore di strumenti antichi e classici per l’osservazione degli astri e dei moti lunisolari, quadranti, armille, gnomoni, astrolabi, diottre, protocannocchiali, progettò ed installò anche diversi anemoscopi in Toscana, nel Bolognese e la Torre dei Venti in Vaticano. Autore di rappresentazioni cartografiche di territori dello Stato Pontificio rilevati direttamente come topografo o derivate, fu anche architetto e progettista. 

Grande divulgatore scientifico, tradusse autori classici e pubblicò varie opere di carattere cosmograficoastronomico, matematico e cartografico. Fu elemento di rilievo nella Commissione per la riforma del calendario. (PADRE EGNATIO DANTI, IL COSMOGRAFO, Silvio Manglaviti)

L'importanza della prospettiva per l'arte militare è espressa esemplarmente da Egnazio Danti, il cosmografo di Cosimo I cui dobbiamo l'importante commento a Le due regole della prospettiva pratica di Giacomo Barozzi da Vignola (1583). Nella dedicatoria al comandante delle truppe pontificie, Giacomo Boncompagni, Danti segnala come "oltre a tanti comodi, che [la prospettiva] apporta all'arte Militare, reca ancora giovamento notabile all'espugnatione, et difesa delle fortezze, potendosi con gli strumenti di quest'Arte levare in disegno qual si voglia sito senza accostarvisi, et haverne non solamente la pianta, ma l'alzato con ogni sua particolarità; et le misure delle sue parti proportionate alla distanza, che è tra l'occhio nostro, e la cosa che habbiamo messa in disegno". Rispetto al metodo topografico già descritto da Leon Battista Alberti e codificato da Gemma Frisius, che prevedeva una serie di triangolazioni effettuate da almeno due stazioni di rilevamento, la prospettiva forniva gli strumenti concettuali e pratici per eseguire speditamente corrette mappe topografiche da una sola stazione.
(Una "nuova maniera di levar piante")