Il tema dei confini dell'antica Romagna fiorentina ha implicazioni anche con i confini più ampi della regione biogeografica della Romagna stessa.
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Pianta della Romagna granducale, 1770-1780, Archivio di Stato di Firenze, Fondo: Miscellanea di Piante |
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1894 LA ROMAGNA - Geografia e storia di Emilio Rosetti |
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Lucio Gambi, Confini geografici e misurazione aereale della regione romagnola Studi Romagnoli n. 1 (1950) |
Pietro Zangheri, I confini della Romagna biogeografica |
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Pietro Zangheri, Le zone fitogeografiche della Romagna |
Il 4 Marzo del 1923 (pubblicato nella gazzetta ufficiale il 27 dello stesso mese) un succinto articolo di un regio decreto (n.544) modifica le circoscrizioni delle provincie di Firenze e di Forlì. Il circondario di Rocca San Casciano, attualmente appartenete alla provincia di Firenze è aggregato alla provincia di Forlì.
La firma in calce al decreto, oltre a quella del Re, è di Mussolini.
Nella neonata "terra del duce" vengono trasferiti i Comuni di Bagno di Romagna, Dovadola, Galeata, Modigliana, Portico e San
Benedetto, Premilcuore, Rocca San Casciano, Santa Sofia/Mortano,
Sorbano, Terra del Sole, Castrocaro, Tredozio, e Verghereto (con l'ampliamento territoriale sul versante umbro inglobando le sorgenti del Tevere). Con Regio Decreto n. 3033 del 30 dicembre 1923, pubblicato in data 25
gennaio 1924, venne operata la fusione amministrativa di Mortano e Santa
Sofia sotto la provincia di Forlì.
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Carta del granducato di Toscana alla morte di Cosimo I (1574) |
L’attuale
regione toscana nel secolo XVI era suddivisa in più Stati, e che anche
lo Stato principale, quello mediceo, non era unitario dal punto di vista
giurisdizionale ed amministrativo.
Fino al 1509 restò indipendente,
dopo la ribellione del 1494, la Repubblica di Pisa; fino al 1557 restò
indipendente la Repubblica di Siena.
Non furono mai sottomessi a Firenze
né la Repubblica di Lucca, né il Ducato di Massa Carrara, né buona
parte della Lunigiana e della Garfagnana.
Sopravvisse autonomo lo Stato
di Piombino, così come, dalla sua costituzione, nel 1557, rimase
nelle mani degli Spagnoli lo Stato dei Presidi.
I territori storici della cosiddetta "Romagna fiorentina" a partire dalla seconda metà del Trecento in seguito ad accordi di accomandigia e/o conquiste militari vengono annessi alla Repubblica di Firenze poi Ducato e Granducato di Toscana e, salvo piccole variazioni, rimangono sotto dominio toscano fino al 1923 quando Mussolini aggrega alla nuova Provincia di Forlì gran parte dell'entroterra romagnolo.
In seguito ad accordi di accomandigia e/o di conquiste militari Firenze
L'espansione del dominio fiorentino verso l'Adriatico, oltre lo spartiacque appennico, inizia dalla seconda metà del Trecento in seguito ad accordi di accomandigia e/o di conquiste militari. noncurante della conformazione geo-fisica del territorio, in una posizione marginale nello Stato, difficilmente raggiungibile
dalla città dominante, dovendosi per questo superare il crinale
appenninico, mal
protetto da confini che a larghi tratti non erano barriere naturali che non potevano bloccare il passaggio di banditi e contrabbandieri quindi aperto in direzione degli Stati della Chiesa.
Le
fonti scritte cinquecentesche conservano numerose relazioni di visite
dei confini ma non offrono il tracciato completo dei confini del Granducato
costruiti su punti di riferimento relativamente alterabili (casali, sentieri, alberi, massi, pietre di confine). La documentazione storica, minuziosa, illustra le tante pratiche oggetto di contese che interessarono per lungo tempo larghi tratti di territorio.
I
territori romagnoli sotto il dominio della Repubblica, poi Ducato di Firenze,
del
Granducato di Toscana e dall’Unita’ d’Italia della Provincia di Firenze
mappa e legenda
(rielaborata) tratta da Alla periferia del
Granducato Mediceo: strutture giurisdizionali
ed amministrative della
Romagna Toscana sotto Cosimo I, Elena Fasano Guarini, Studi Romagnoli, XIX (1968)
per visualizzare in grande formato clicca qui poi usa la lente di ingrandimento
vedi anche La "Provincia di Romagna" nel Granducato di Toscana
• La “conquista” di Firenze oltre lo spartiacque appenninico prende avvio nel 1332 con la costruzione di Firenzuola, una "terra nuova", un nuovo borgo fortificato «[…] si provide per lo detto Comune di fare una grossa e forte terra di là dal giogo dell’alpe in sul fiume del Santerno […] che questa sia terra nuova e nel cuore dell'alpe presso alle confini di Bologna e di Romagna; e s’ella nonn-ha nome che al Comune di Firenze ne caglia e abbiala cara, a’ tempi aversi di guerra che possono avenire […] se·lle porrete il nome ch’io vi dirò, il Comune ne sarà più geloso e più sollecito a la guardia: perch’io la nomi-nerei, quando a voi piacesse, Firenzuola» (Giovanni Villani Nuova Cronica, Libro undecimo, 200, edizione di riferimento a cura di G. Porta, Fondazione Pietro Bembo/Guanda, Parma 1991).
• La "conquista" dei territori transappenninici continua nel 1341 con la sottomissione di Portico di Romagna e nel 1363 di Palazzuolo di Romagna (con decreto del Presidente della Repubblica n. 762 del 30 Luglio 1951 la denominazione del comune venne cambiata con quella di "Palazzuolo sul Senio").
• Nel 1377 viene annessa a Firenze Modigliana; nel 1382 la contea di Calboli; dal 1386 è documentata l’esistenza di un Capitanes province Florentine in partibus Romandiole con funzioni probabilmente militari e civili di alcune “enclave” romagnole oltre lo spartiacque appenninico; per 2.000 fiorini d'oro nel 1403 Castrocaro "si cede ai fiorentini"; nel 1405 vengono poste sotto dominio anche Dovadola e Piancaldoli
• Negli statuti del 1415 del Comune di Firenze viene citata l'esistenza di un "Capitaneus Castricari et Provinciae Florentiae in partibus Romandiolae".
(Statuta Populi Et Communis Florentiæ Publica AuctoritateCollecta Castigata Et Præposita Anno Salutis MCCCCXV pg 613-614 [640-641 di 893 del pdf])
• Il 23 Agosto 1542 con una “provisione” del Senato dei Quarantotto di Firenze venne istituita la «Provincia della Romagna Toscana» (1542-1772).
Fanno parte della nuova Provincia le comunità di Firenzuola, Palazzuolo, Marradi, Modigliana, Tredozio, Portico, Rocca San Casciano, Dovadola, Castrocaro, Premilcuore, Bagno di Romagna, Verghereto, Sorbano, Galeata, Santa Sofia.
• L’8 Dicembre 1564, giorno dedicato al culto dell’Immacolata concezione, venne celebrata la posa della “prima pietra” per la fondazione della nuova città-fortezza di Terra del Sole voluta da Cosimo I° de Medici.
• Nel 1579 Terra del Sole fu eletta capitale della Provincia della Romagna Fiorentina e il primo Commissario, Antonio Dazzi, fece “traslocare” da Castrocaro il Bargello, il Giudice, la Corte civile e criminale e il Cancelliere.
• La fortezza fu disarmata nel 1772 e nel 1776 fu soppressa anche la Provincia.
• Dal 1812 al 1814 anche la Romagna toscana entra a far parte del Dipartimento dell’Arno.
• Dal 1814 (1864 Unità d’Italia) al 1923 il territorio transappennico diventa Circondario di Rocca San Casciano, giurisdizione della Provincia di Firenze.
• Il 4 marzo 1923, gran parte dei Comuni dell’antica Provincia della Romagna Toscana, vengono “trasferiti” alla provincia di Forlì, ad esclusione dei Comuni di Marradi, Palazzuolo (usciti dal Circondario nel 1848) e Firenzuola che resteranno sotto la Provincia di Firenze.
Per quasi seicento anni la Romagna fiorentina è stata un'area di confine ma senza confini naturali verso la pianura e con un confine fisico ben preciso verso occidente costituito dalla catena dell'Appennino Tosco-romagnolo.
Terra di frontiera mal raggiungibile da Firenze, e perciò mal governabile; dai confini labili, perchè senza fondamenti naturali; portata naturalmente a gravitare verso i centri della pianura pontificia ben più che oltre l'Appennino, verso la lontana Dominante.
Terra travagliata dal banditismo e da lotte di fazione, della cui potenzialità eversiva non era stato difficile accorgersi allorchè (nel 1535) il fuoriuscitismo repubblicano aveva trovato, proprio a Castrocaro, spazio ed appoggi.
[vedi anche La "Provincia di Romagna" nel Granducato di Toscana]
[confini strade]
Nel 1737, ancora in vita l’ultimo dei Medici, Gian Gastone, la Toscana passa a Francesco Stefano di Lorena.
Dalla morte di Gian Gastone l’ultimo discendente dei Medici i Lorena ereditarono lo stato toscano afflitto da una grave crisi economica conseguenza di sistemi accentratori dell’amministrazione statale, da restrizioni e ostacoli alle manifatture e al commercio e da un immobilismo produttivo, peggiorato dall’accentramento della proprietà in mano ecclesiastiche. A esercitare la gestione del territorio, delle bonifiche, della regimentazione dei fiumi, della conservazione dei tracciati stradali e dell’attività edilizia era ancora l’antica magistratura dei Capitani di Parte. [I Capitani di Parte vengono istituti nel 1267 e dal 1549 assorbiti nella magistratura degli Ufficiali di Torre.]
Ancora nei primi decenni del Settecento all’infuori di pochi assi principali, quali la Bolognese e l’Aretina, le maggior parte delle infrastrutture stradali erano ancora in in uno stato d’uso sconfortante, strade spesso maltenute, fondi dissestati, tracciati difficili e impervi insufficienti al transito di carrozze e carri pesanti ma solo da animali da soma.
La casa lorenese aveva la necessità di favorire i collegamento e i traffici commerciali con le regioni settentrionali della penisola per favorire lo sviluppo della Toscana ma anche per rispondere a esigenze di carattere militare e di difesa.
Nel 1747 viene redatta la “Topografia militare di alquante strade, vie e viottoli che dall’interno della Toscana conducono sui suoi confini con la descrizione del paese delle città e delle fortezze che tra via s’incontrano ed siti munibili di qualche resistenza”.
(Storia dell'Urbanistica Toscana/V la rete stradale della Toscana centro-settentrionale tra '700 e '800.pdf)
Quella lorenese è una dinastia illuminata che, pur lasciando inalterato l’assetto amministrativo, è promotrice di grandi innovazioni. Basti citare la costruzione di migliaia di km di strade. Attorno al 1820 il Granducato è suddiviso in quattro provincie - Firenze (la capitale) con Livorno e il porto, Pisa, Siena e Grosseto - sei commissariati, 36 vicariati e un centinaio di podesterie.
I confini restano pressoché invariati anche con l’unità d’Italia.
Il decreto del 4 marzo 1923 sancisce il distacco dalla Toscana e l’aggregazione alla provincia di Forlì di tutto il Circondario di Rocca San Casciano - scrive “Il Piccolo” il 25 marzo dello stesso anno - “ha raccolto unanime approvazione, dato che la distanza dal capoluogo creava a tutti grave disagio e difficoltà”.
[I CONFINI FRA ROMAGNA E TOSCANA]
Bibliografia essenziale sulle vicende della Romagna toscana