Il taglio delle mura medicee

Il taglio delle mura medicee

Tra la fine dell'800 e l'inzio dell'900 venne aperta una breccia nelle mura di Terra del Sole snaturando così la struttura urbanistica originaria della città-fortezza medicea.

Questi operai braccianti che per assoluta mancanza in luogo e nei dintorni di lavoro si trovano nelle più tristi condizioni dovendo lottare colla miseria e colla fame. Questo lavoro che troverebbe molto opportuno nella futura invernata sarebbe di grande sollievo per la classe operaia, la quale troverebbe così modo di procacciarsi di che vivere onestamente nella stagione la più dura e la più difficile dell’anno.
    Il 5 giugno 1893 il Sindaco di Terra del Sole “supplica” la Prefettura di Firenze affinché si dia corso ai lavori pubblici per la rettifica della strada nazionale Forlì Pontassieve che produrrà il più grave scempio architettonico alla fortezza di Terra del Sole: il taglio delle mura.

inzio '900 il "taglio delle mura"
ingresso lato verso Forlì (coll. priv.)

primi del '900 "il taglio delle mura"
ingresso lato verso Castrocaro
 

 

 

 

 

 

 

 

Ambrogio Lorenzetti, Allegoria del Buon Governo
Sala dei Nove, Palazzo Pubblico, Siena

«(...) Le mura rappresentano una struttura tecnica, militare, ma anche giuridica, economica, sociale e politica, oltreché simbolica: esse definiscono l'elemento di congiunzione che codifica le relazioni dialettiche tra la città e il suo intorno.
Il simbolo ha anche una valenza formale espicita in quanto sono proprio le mura, con la loro precisa definizione, l'elemento fondamentale della stessa rappresentazione iconografica della città, o meglio, l'idea stessa di città (non è forse proprio questo il senso della raffigurazione de «Il buon governo» del Lorenzetti?). (...)   
Nella nuova cultura di trasformazione urbana diffusa a livello europeo tra il Settecento e l’Ottocento, le mura cittadine persero non solo il loro ruolo difensivo ma anche la loro carica simbolica, divenendo così uno degli oggetti privilegiati delle politiche di modernizzazione.
La loro demolizione avvenne in gran parte d’Europa.
(...) una generalizzata demolizione delle mura urbane sancì il definitivo superamento della classica funzione difensiva e di fortificazione militare che, tra XIX e XVI secolo, aveva enfatizzato l'impiego e la diffusione di simili manufatti. (...)»
(cfr. Franca MianiUluhogian, Dalla città “murata” alla città “funzionale”. Demolizione delle muraed espansione urbana, in Cesare De Seta, Jacques Le Goff (a cura di), La città e le mura, Laterza, Bari 1989, pp. 371-386.)


    Fra XIX e XX secolo molte città europee dovettero affrontare la questione dell’abbattimento delle cinte murarie che segnavano i propri confini. Le motivazioni che condussero in molti centri urbani, alla demolizione delle cinte murarie furono diverse. Innanzitutto, le mura erano viste come un ostacolo alla modernizzazione e all’espansione della città. A ciò si aggiunse la necessità di occupare un’ampia schiera di muratori, rimasti senza lavoro a causa della difficile situazione economica. (Angelo Varni (a cura di), I confini perduti. Le cinte murarie cittadine europee tra storia e conservazione)

Firenze, 1864, Giuseppe Poggi, piano di demolizione delle
mura e realizzazione di un viale di circonvallazione.

    Già dalla metà del '700 nelle grandi città europee era stata avviata la demolizione di tratti circoscritti delle cinte murarie per realizzare infrastrutture e servizi per il pubblico, di solito un viale urbano. A Parigi si realizza un boulevard alberato al posto dei baluardi demoliti tra Porte Saint-Denis e la Bastiglia, a Madrid nel 1745 il Paseo del Prado. Molte città italiane, nel corso degli anni Ottanta dell’Ottocento, iniziarono a demolire la propria cinta muraria («gesto modernizzante per eccellenza»), anche perché l’idea della sua distruzione si era via via radicata nella cultura urbana nazionale come prima e concreta opera di svecchiamento dell’assetto cittadino («una nuova fase progressiva per la vita cittadina»).



    In Italia, a Napoli le prime demolizioni sono della metà del XVIII secolo a cui fanno seguito le demolizioni delle mura di altre grandi città. Negli esempi vicino a noi possiamo notare ciò che resta delle demolizini degli inizi del Novecento alla cinta muaria della città di Forlì - le fonti cartografiche e inconografiche mostrano quanto è andato "distrutto" per far posto ai viali di circonvallazione. (immagine a lato tratta da Chiara Guarnieri, Cinzia Cavallari "strutture difensive nella Forlì tardo-medioevale e rinscimentale" Ed. all'Ingegna del Gigli - vedi anche Amerigo Restucci, La riorganizzazione urbana, in Italia moderna. Immagini e storia di un’identità nazionale, vol. I, Electa, Milano 1982, pp. 197-200.)


Pier Luigi Farolfi, La nuova strada
rotabile di Romagna (1782-1836)

    Nello stesso periodo storico anche la cittadella fortificata di Terra del Sole è coinvolta nella problematica relativa alla demolizione, se pur parziale e limitata, della sua cinta muraria cinquecentesca. Le motivazioni che portarono alla apertura di due breccie nelle mura sono in pratica le stesse (adeguarsi al progresso che avanza e dare occupazione alle classe operaia) che determinarono le demolizioni di larghi tratti di mura urbane delle grandi città ma in questo caso specifico l'esigenza non era quella di realizzare "viali di circonvallazione" perimetrali al centro abitato ma quello di creare una nuova via di transito per il passaggio dei primi mezzi di locomozione meccanici fra cui oltre all'omnibus anche una possibile tranvia o linea ferrata per collegare Forlì con Firenze. 

(vedi qui nel blog "La viabilità lunga la Val Montone tra sogno e realtà"; vedi anche Aleide Boschi, Ferrovia da Forlì a Firenze per le valli del Montone, del S. Godenzo e della Sieve: considerazioni sulla necessità di ammetterla al concorso colle altre linee progettate attraverso l'Appennino e sui caratteri che essa riveste; Rocca San Casciano; Cappelli, 1878) 

Ma facciamo un passo indietro nel tempo e torniamo alla questione del "taglio delle mura di Terra del Sole".
    Come tutti sanno la piccola città-fortezza di Terra del Sole (o "Il Sole" come voleva denominarla in orgine lo stesso Cosimo I de' Medici che aveva voluto la sua costruzione ex novo nell'estate del 1564 durante un suo sopraluogo in zona) venne edificata a partire dal giorno della cerimonia di fondazione, l'8 dicembre 1564.

    per approfondire il tema della costruzione della fortezza di Terra del Sole vedi il capitolo relativo (in costruzione)

    Il tema delle cinte murarie delle fortezze, della loro struttura, dei modelli, dei materiali e dei metodi costruttivi è un argomento complesso che non tratteremo in questa occasione; per ora ci interessa capire come era impostato ed organizzato il sistema di accesso alla città-fortezza di Terra del Sole.  A differenza di altre cinte murarie costruite o ricostruite a difesa di centri urbani esistenti, Terra del Sole essendo una fortezza di nuova fondazione, viene edificata "di sana pianta", ex-novo su un'area agricola ma il territorio circostante non era privo di pre-esistenze fortificate. A poca distanza sorgeva sia il borgo che la fortezza di Castrocaro.
Di fatto anche con la edificazione della nuova fortezza di Terra del Sole il sistema viario (strade maestre e secondarie) esistente viene sostanzialmente mantenuto in essere e si realizza solo l'accesso alla nuova fortificazione. Per il periodo di costruzione
della fortezza ed anche per i decenni successivi, la documentazione archivistica locale ci consente di conoscere solo parzialmente i percorsi stradali esistenti.
    Le fonti documentarie alle quali ci affideremo sono le poche piante superstiti del territorio sul quale insiste Terra del Sole che nasce per essere un avamposto militare di confine.
Quindi le mappe dei confini sono le sole fonti che offrono un quadro abbastanza realistico del sistema viario attorno alla fortezza. Non a caso il problema dei confini di Stato è materia di attenzione dei governi.

    per approndire il tema delle strade storiche vedi il capitolo relativo (in costruzione)

    «Nello specifico dal 1532, con l'avvento del Principato mediceo la giurisdizione degli Otto di Pratica sui confini fu limitata ai soli affari interni (controversie tra Comuni e tra Comuni e feudi), mentre i contenziosi sulle confinazioni con gli stati esteri passarono al Senato dei Quarantotto che volta per volta delegava la loro trattazione a uomini di legge appositamente eletti. In seguito, i Nove conservatori della giurisdizione e del dominio fiorentino, istituiti il 26 febbraio 1560, ereditarono l'autorità e le funzioni delle soppresse magistrature degli Otto di pratica e dei Cinque conservatori del contado e del dominio fiorentino, fra le quali la delicata materia relativa alla tutela e conservazione dei confini.
    Le confinazioni da eseguirsi di nuovo o da rettificare e correggere furono appannaggio esclusivo del sovrano nel cui nome tali affari erano trattati dai supremi organi ufficiali dello Stato, e in particolare dall'Auditore delle riformagioni e dalla Pratica segreta.
    Soppressa anche la magistratura dei Nove nel 1769, la competenza sui confini fu attribuita alla Camera delle comunità, istituita nel medesimo anno, la quale tuttavia limitò i propri interventi agli affari di ordinaria amministrazione, mentre, su questioni di confinazione più impegnative, continuava ad esprimersi direttamente il sovrano, rappresentato, in quegli anni, dal Dipartimento di Stato. Poco tempo dopo, al momento della creazione dell'Avvocato regio (1777), la giurisdizione sui confini passò a questo nuovo magistrato che ebbe la cura del relativo archivio nel 1784 quando divenne responsabile dell'Archivio delle riformagioni dove quello dei Confini era confluito nel 1782, alle dipendenze dell'Auditore omonimo - magistratura soppressa, appunto, nel 1784.
Durante il periodo della dominazione francese (1808-1814), essendo i territori del Granducato del tutto assorbiti nell'Impero, cessarono le controversie in materia di confinazioni; ma restaurato il Granducato nel 1815 risorsero anche i contenziosi sui confini che tornarono a essere di competenza dell'Avvocato regio, finché nel 1825 assunse una qualche funzione in materia la Segreteria di Stato la quale, tuttavia, con legge del 18 maggio 1848, passò al Ministero degli Esteri le attribuzioni per la “demarcazione e custodia dei confini”.»
(ASFi, CONFINI, INVENTARIO N/159)
 

• per approfondire il tema dei confini vedi il capitolo relativo

    Presso l’Archivio di Stato di Firenze è conservato il fondo “Piante antiche dei Confini” che comprende circa 1.000 disegni, anteriori al 1782 e risalenti anche al XVI secolo, prodotti, in relazione all’attività di controllo dei limiti dello Stato. Le piante furono raccolte in registri oppure arrotolate in tubi di ferro e suddivise, come le filze corrispondenti, in nove caselle relative ai differenti tratti di confine del granducato di Toscana. 

    Presso l'Archivio di Stato di Firenze sono conservate tre piante del 1590, relative alla confinazione di Terra del Sole e Castrocaro con Forlì in cui compare la pianta della nuova cittadella fortificata con disegnate due aperture ad uso di porte di accesso ma di cui solo quella posta sul lato verso Castrocaro accessibile da una strada. 

dettaglio della pianta della città fortezza di Terra del Sole tratto da “una delle tre piante relative alla confinazione di Terra del Sole e Castrocaro con Forlì” anno 1590 - Titolo unità archivistica: Casella IV- Numero unità archivistica: 4 Numero carta: 44a

 Altre tre piante di poco posteriori alle precedenti, del 1594, sempre relative ai confini, ci mostrano il territorio circostante alla fortezza ma in questo caso compaiono sul perimetro murario tre porte, di cui due collocate nei castelli e la terza, probabilmente una "sortita", una porta di emergenza, posta in corrispondenza del fiume Montone. La mappa mostra anche le strade presistenti la fortezza.

Piante di confinazioni del territorio di Mugello e Romagna, secc. XVI-XVIII
ASFi fondo Piante antiche dei confini - Casella IV c. 016 R
Terra del Sole e Castrocaro con Forlì - 1594


Dettaglio della fortezza di Terra del Sole anno 1594


    La pianta successiva datata 1684, anch'essa relativa a dispute di confini di Stato e in specifico alla "chiusa" sul fiume Montone e al canale di un Mulino posti nello Stato della Chiesa poco distante dal confine con il Dominio di S. A. S., mostra un disegno della fortezza di Terra del Sole con la cinta muraria in rilievo, quasi in 3D, ma viene rappresentata una sola strada che corre a valle della cittadella fortificata in adicenza alle mura e prossima al corso del fiume. In questa mappa è disegnato un solo accesso alla cittadella, quello rivolto verso Castrocaro.

Piante di confinazioni del territorio di Mugello e Romagna, secc. XVI-XVIII
ASFi fondo Piante antiche dei confini - Casella IV c. 019 R
Terra del Sole e Castrocaro con Forlì
Pianta della Terra del Sole e suo confino ... 1684


Dettaglio della fortezza di Terra del Sole anno 1684

 

    Nella pianta seguente del 1699 sono visibili le strade e gli stradelli nel territorio circostante la fortezza e un'unica strada di accesso a Terra del Sole. 

Piante di confinazioni del territorio di Mugello e Romagna, secc. XVI-XVIII
ASFi fondo Piante antiche dei confini - Casella IV c. 020 R
Terra del Sole e Castrocaro con Forlì
Pianta della Terra del Sole e suo confino ... 1699

 Dettaglio della fortezza di Terra del Sole anno 1699

    Da una serie di fonti documentarie successive a questa data (come dalla mappa seguente del 1740 di Terra del Sole - Archivio Storico Comune di Firenze Collocazione: amfce 2726 [cass. 66, ins. P]) sappiamo che l'apertura posta sul lato verso Forlì venne "richiusa" e murata.

    L'unico accesso con "ponte levatoio" alla città fortezza era quello rivolto a "MezzoGiorno", sul lato verso Castrocaro, denominato Porta Fiorentina posta sotto la rocchetta che la sovrasta del "Castello del Capitano delle artiglierie e Corpo di guardia della notte".
    Sul lato opposto, verso Forlì, a "Tramontana", in corrispondenza della rocchetta del "Quartiere del Maggiore e stanze con diverse munizioni da Guerra", denominato "Castello del Capitano di Piazza", non è presente nessun accesso alla città-fortezza.

    Come si può vedere nel dettaglio seguente di una mappa cartografica acquarellata realizzata dai fratelli Giachi nella seconda metà del '700 (Biblioteca nazionale centrale - Firenze - IT-FI0098 - sbn/CF90010082) l'ingresso nella città fortezza di Terra del Sole si svolgeva attraverso un percorso all'interno del Castello del Capitano delle Artiglierie.


    L'accesso era quindi rigorosamente sottoposto a un rigido controllo militare da parte del corpo di guardia.
La cittadella era a tutti gli effetti una vera e propria fortezza murata, chiusa all'esterno.

Un corpo di guardia era sempre presente all'ingresso della Porta Fiorentina e un corpo di sentinelle sorvegliava giorno e notte qualsiasi movimento fuori dal fronte bastionato. La Porta Fiorentina veniva chiusa alle 7 di sera e la mattina, prima di riaprire la porta due militi in avanscoperta perlustravano i dintorni per accertarsi non vi fossero minacce incombenti di bandit, indesiderati e contrabbandieri. Il presidio militare di Terra del Sole era composto da una "banda" della milizia formata da picchieri, moschettieri e archibugieri agli ordini del Capitano di Piazza, oltre ai bombarideri addetti a circa 50 cannoni agli ordini del Capitano delle Artiglierie.

    Tra il 1774 e il 1776 i provvedimenti e le riforme del granduca Pietro Leopoldo per la smilitarizzazione, il disarmo e la soppressione delle fortezze interessarono anche Terra del Sole. Il 4 ottobre 1773 si ordinava al doganiere di Terra del Sole di "tenere aperta la porta (Fiorentina) anche la notte". Il 27 febbraio 1774 si diede inzio alla vendita delle "robbe" (ferrame, armi e quant'altro di servizio alla fortezza) e negli anni seguenti anche immobili e terreni sia dentro le mura sia all'esterno (le "fosse") nelle loro adicenze.

    La vendita a diversi privati benestanti dei terreni e di molti immobili fra cui anche il Castello del Capitano e del Palazzo del Provveditore con annesso giardino fu causa di deterioramento in particolare della cinta muraria della fortezza con lo smantellamento delle intonacature dei mattoni e con l'asportazione dei materiali edilizi nelle casematte dei bastioni (ASCTdS, Affari Magistrali misti e Lettere al Gonfalonieri, busta 15).
Una interessante precisazione riguarda il mantenimento delle mura dalla infiltrazione di piante infestanti le malte e i mattoni da costruzione. Periodicamente le autorià autorizzavano i privati, dotati di lunghe scale, a estirpare ogni tipo di infestante fra cui i capperi che crescono spontanei proprio nelle "fuche" fra i mattoni, consententone la raccolta e la loro vendita così da "ripagare" il lavoro svolto. In questo modo per secoli le mura di Terra del Sole sono state mentenute pulite e in efficienza statica, tranne ovviamente per i danni subiti da cedimenti o crolli per terremoti o per infiltrazioni d'acque.

    Occorre qui annotare che, in seguito alle riforme della soppressione della fortezza, la cinta muraria era diventata proprietà della comunità di Terra del Sole che ne poteva disporre e destinare come meglio era conveniente.

«In ordine al Motuproprio dei 24 Marzo 1783, tutte le muta castellane dei luoghi ove non si egige gabella alle Porte appartengono a tutti gli Effetti alle rispettive Comunità le quali possono disporre come credono del loro interesse, non esclusa la demolizione, così pare che senza bisogno di veruna risoluzione vada lasciata la Comunità di Terra del Sole in libertà di provvedere come stimerà esèediente alle sue circostanze»

    Nel 1775 (ASCtdS, Atti del Cancelliere Francesco Lupi, 1775-1782, Filza 3) venne "riaperta" la Porta Romana per realizzare il passaggio di una nuova strada sul lato verso il confine con lo Stato della Chiesa in direzione di Forlì. (vedi su questo blog APERTURA DELLE PORTE E NUOVA STRADA A TERRA DEL SOLE)

«(...) e precisamente nell'anno 1775 per sempre più felicitare gli Abitanti di Terra del Sole, S. A. R. si compiaque di ordinare, che fosse aperta la Porta, volgarmente detta = del Borgo Romano =, e costrutto un nuovo Ramo di Strada, che dalla Porta si dirigesse verso Forlì, e per agevolarne l'esecuzione, ebbe la clemenza di donare alla Comuntà predetta quattro Quinti della spesa, che occorer poteva per detta Costruzione, restando tutto il resto a carico della Comunità medesima.»
(
Motivo dell'Illustrissimo Signore Giuseppe Maria Galli Vicario regio della Rocca S. Casciano nella Terra Solis 27 Septembris MDCCLXXXVI Fra il Signore Angiolo Ronchivecchi attore da una e la Comunità di Terra del Sole rea convenuta dall'altra parte - in Forlì per Marozzi stampatore 1878)

    La realizzazzione di una nuova strada che attraversava l'abitato dentro le mura sanciva la definitiva perdita di Terra del Sole del ruolo di presidio militare che l'aveva contraddistinto fin dall'insediamento del primo Commissario granducale nel 1579. 

    Vennero realizzati diversi lavori architettoni che modificarono sostanzialmente le strutture edilizie del Castello del Capitano delle Artiglierie (Porta Fiorentina) e quello del Capitano di Piazza o del Governatore della Fortezza (Porta Romana e futura Dogana). 

    Vennero realizzate anche delle rampe interne prospicenti i due castelli per collegare le nuove strade di accesso e portarle al livello della quota dei borghi Romano (borgo di sotto) e Fiorentino (borgo di sopra).


«Pianta della Fortezza della Terra del Sole nella quale si dimostra la cortina dove si ritrova la breccia; il progetto d'aprire la Porta Romana al presente murata ; ciò che abbisognerebbe fare alla porta Fiorentina caso che venisse aperta la suddetta porta Romana; di fare la nuova strada calessabile che dalla Piazza d'Arme della strada coperta del fronte verso Forlì conduce sino dove s'interseca il rio delle Forche con la strada Maestra per la quale si va a Forlì; di guastare e distruggere una porzione della strada presente ed altra porzione verso il Fiume. a fine d'obbligare tutta la gente di passare per dentro alla fortezza ; denota in altro la presente pianta lo stato d'una porzione del fiume Montone adiacente alla medesima nello stato come si ritrovava il di 5 ottobre 1761, il quale corrode la sponda contegua all'angolo difeso del Bastione di S. Martino. Progetto di realizzazione di una nuova strada per Forlì con conseguente allargamento della porta Romana e creazione di una piazza d'Arme; progetto di trasformazione del ponte ad arcate in strada su terrapieno, allargamento della porta Fiorentina - rilievo della fortezza con le rispettive porte ed i 4 torrioni angolari di S. Maria, S. Reparata, S. Andrea e S. Martino - rilievo del fiume Montone, posto a confine tra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio, e dei suoi affluenti con puntuale rilievo delle sponde - dettagliato rilievo del borgo e del suo circostante territorio con indicazione della rete viaria ed idrografica, della proprietà e della destinazione degli edifici fuori le mura e rilievo della strade, della mura, degli edifici e degli spazi verdi del borgo murato - pianta, sezione, scala braccia 300 fiorentine ; braccia 500 fiorentine - rilievo, progetto di costruzione (1761, 5 ottobre, iscr.) In: disegno su carta opaca a china, acquerello di: De Baillou F.»

    Con le due porte accessibili il percorso si snodava in modo tortuoso attorno al profilo interno delle rocchette per immettersi nel rettifilo dei due borgi principali per poi confluire nella centrale piazza d'armi sul lato della Chiesa di Santa Reparata opposto al Palazzo dei Commissari granducali.

    L'intervento architettonico che modificò la struttura urbanistica originaria venne realizzato in seguito alla smilitarizzazione della fortezza rispetto alle sue funzioni di governo del territorio che avevano ormai perso ogni motivo di esistere. Venne demolito il ponte ad archi esterno alla Porta Fiorentina e creato un terrapieno livellando la strada di accesso. Il fossato interno prospicente il Castello del Capitano delle Artiglierie venne "modellato" con un piano viario inclinato verso la quota di livello del borgo fiorentino. 


 
    Sul lato opposto della fortezza, in corrispondenza della rocchetta del Castello del Capitano di Piazza, venne realizato un terrapieno in esterno alle mura per livellare il fossato alla quota superiore della nuova strada di accesso. 

    Venne aperta una breccia sul lato interno della rocchetta creando così la Porta Romana e come nel caso di Porta Fiorentina venne "modellato" il fossato con un piano viario inclinato verso la quota di livello del borgo romano.


 


    All'inizio dell'Ottocento viene disegnata una "Carta itineraria della nuova strada di Romagna nel tratto compreso tra Rocca San Casciano e Terra del Sole", anch'essa conservata anch'essa nell'Archivio di Stato di Firenze, in cui si notano i due nuovi accessi alla città fortezza, quello preesistente di Porta Fiorentina posto sul lato verso Castrocaro e quello nuovo di Porta Romana posto sul lato verso Forlì e lo Stato Pontificio.

    Nel "particolare" selezionato di questa "Carta itineraria" nel tratto di viabilità ricompreso nella Comunità di Terra del Sole (con Castrocaro) è evidente come il tracciato stradale segua ancora gli antichi percorsi che vengono indicati con la denominazione di "Strada vecchia Fiorentina".

particolare della Carta itineraria della nuova strada di Romagna nel tratto compreso
tra Rocca San Casciano e Terra del Sole -
Archivio di Stato di Firenze

    Nel dettaglio seguente si nota il nuovo ingresso della Porta Romagna con il nuovo tratto di strada che si congiunge con il vecchio percorso a valle della fortezza verso Forlì e lo Stato Pontificio.  

dettaglio della "Carta Itineraria della nuova strada di Romagna..."

Quali erano gli itinerari tra la periferica Romagna e la dominante fiorentina? Come si viaggiava prima dell'età moderna? Per scoprirlo vai alla sezione "Antichi itinerari e mezzi di viaggio e trasporto"

vedi anche: Descrizione di tutte le strade pubbliche e maestre e ponti esistenti nella comunità di Terra del Sole, e Castrocaro ... 1760 – 1763 

continua il taglio delle mura medicee - vai al capitolo due



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