Il taglio delle mura medicee - capitolo due

Il taglio delle mura medicee - capitolo due

per tornare al capitolo uno clicca qui

    Sempre dei primi anni '30 dell'Ottocento si trova questa splendida mappa del territorio comunitativo di Terra del Sole (Archivio di Stato di Firenze) in cui oltre alla viabilità sono riportati i corsi d'acqua principali e secondari e i fondi poderali con le loro denominazioni, la Strada Regia Forlivese segue ancora l'antico tracciato.

Pianta geometrica del territorio adiacente alla dogana di Terra del Sole


dettaglio da "Pianta geometrica del territorio adiacente alla dogana di Terra del Sole"

dettaglio da "Pianta geometrica del territorio adiacente alla dogana di Terra del Sole"

    All'inzio dell'Ottocento in tutta la Penisola le condizioni sociali delle classi popolari sono decisamente "deplorevoli".
Nel Comune di Terra del Sole allarmanti sono le voci dei miserabili.
Sono circa dugento le famiglie di giornalieri braccianti in condizioni miserabili per mancanza di lavoro.
    Servono sussidi da parte dello Stato (siamo ancora nel Granducato di Toscana) per erogarsi nei lavori [pubblici] a sollievo della classe indigente.

    Il 20 Dicembre 1830 i Gonfalonieri e Priori rappresentanti la Comunità di Terra del Sole ricevono un comunicato che S.A.S. nella sua munificenza si è degnato accordare a questa comunità un sussidio per (...) aprire il traslocamento di una parte della strada di Castrocaro. 
    Il 27 Dicembre dello stesso anno (ASC Reg. deliberazioni 1824-1831; Carta 258)
il Consiglio comunale, nelle attuali calamitose circostanze, adotta a pieni voti una delibera in cui, se impegnar vi si vuole un numero così esteso di giornalieri braccianti accoglie il parere del Sig. Ingegnere di Circondario di aprire in linea retta una strada di circa un miglio da Castrocaro a Terra del Sole.    
 
    Il 4 Gennaio 1831 l'Ingegnere Lepori redige una relazione e perizia sulla "Strada Nazionale n.° 34 che da Castrocaro conduce a Terra del Sole" in cui si evidenziano i difetti, non solo strutturali, del tracciato esistente proponendo, come soluzione per l'ammodernamento viario, la costruzione di una nuova strada.
    Nella relazione si legge
che "il tratto di strada che da Castrocaro si estende fino a quello di Terra del Sole conta nel suo stato attuale una lunghezza di circa miglia uno e un quinto (metri 1.985).
    Questo andamento di strada che è di una tortuosità indescrivibile che la rende in molti punti mostruosa, dà campo le tante volte ai malviventi di approffittarne per sorprendere ed infastidire i Vettori.
    A tutto questo si aggiunge di più l'altro incalcolabile difetto di essere in molti punti strettissima, in modo tale che frequentano gl'inconvenienti che nascono per il continuo giro dei legni a ruota che frequentano la strada suddetta.
    Un terso incoveniente evvi pure, che è quello di avere questa strada ad una sola pendenza, difetto notabilissimo per le strade situate in pianura e soggette ad un forte attrito.
    Pertanto le mie riflessioni sul modo di ridurre e correggere l'attuale andamento in quei punti  ove la località lo permetteva, ho osservato che sarebbe un gettare delle vistose somme senza ottenre un favorevole risultato.
    Questi riflessi che sono stati fatti pure dalli stessi residenti hanno perciò portato alla determinazione, salva la superiore approvazione, di ridurre in retta linea il summentovato tronco di strada per l'esecuzione del quale altro non occorre che un taglio su tutta la lunghezza di Braccia 1.500 (m. 870) (...)".
 
 
    L'11 gennaio 1831 (ASC Reg. deliberazioni 1824-1831; Carta 262) il Consiglio comunale, contando sulla sovrana munificienza che non sorda alle voci della miseria ha già elargito dei sussidi (...) poiché il voto generale di tutti gli abitanti è quello di aprire in linea retta una strada che da Castrocaro conduca a Terra del Sole (...) è approvata in tutte la sue parti il Profilo e la Perizia presentata dal Sig. Ing. di Circondario (...) per l'apertura di una vuona strada in linea retta da Terra del Sole a Castrocaro.

Archivio Storico Comunale, Cartella miscellanea lavori pubblici;
"Pianta del nuovo tratto di strada da farsi dalla porta di Terra del Sole a quella di Castrocaro"

   
Il 18 Aprile 1831
l'Ingegnere di Circondario Tommaso Lepori di Modigliana consegna il progetto esecutivo e il Comune appalta i lavori al Sig. Ferdinando Conti per la costruzione della strada in linea retta che da Castrocaro va a Terra del Sole (Archivio storico comunale Busta n° 11 Fascicolo n° 16 "incarto riflettente la Strada di Castrocaro").
In seguito alla realizzazione del rettifilo stradale vennero "aboliti" i viottoli che in precedenza avevano costituito la viabilità principale per secoli. 

Archivio Storico Comunale, Cartella miscellanea lavori pubblici;
"Pianta del nuovo tratto di strada dalla porta di Terra del Sole a quella di Castrocaro"

Con l'adozione nel 1834 del "catasto leopoldino" per i territori della RomagnaToscana le iconografie catastali delle mappe di Terra del Sole presentano due accessi alla città-fortezza, sia da Porta Fiorentina che da Porta Romana con una viabilità interna curvilinea in adiacenza sia alla rocca del Castello del Capitano delle Artiglierie sia a quello del Capitano di Piazza (futura "dogana granducale"). Nella parte "topografica" con delineato solo il profilo perimetrale della fortezza e la strade adiacenti si nota già il nuovo rettilieno viario progettato dall'Ing. Lepori.

Archivio di Stato di Forlì-Cesena; Catasto "leopoldino" della Romagna toscana del 1834 

    «VIE REGIE NON POSTALI:
   VIA REGIA FORLIVESE.
- Cotesta Via, aperta fra il 1832 ed il 1834, staccasi dalla Regia postale Aretina passato il Ponte a Sieve, la cui fiumana rimonta sino a Dicomano, di dove s'incammina verso la montagna di S. Godenzo per quindi varcare quell'Appennino noto sotto il vocabolo di Alpe di S. Benedetto, e di la' scendere nella Valle del Montone per innoltrarsi lungo il fiume omonimo per Portico, Rocca S. Casciano, Dovadola, Castro Caro e Terra del Sole di la' dalla quale trova lo Stato Pontificio.
Questa strada fu resa di agevole salita e ben carrozzabile ad onta che fosse da superare costa' uno de' varchi piu' alti dell'Appennino toscano, quale si e' quello dell'Alpe di S.
Benedetto (…)» (Emanuele Repetti, "Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana", Vol. V, 1843)

 

Divisione Reali Cacciatori
di Toscana1825-1837-1848
Guardia di
Finanza 1850
Toscana

Il 18 Aprile 1837 essendo eseguita la Via rotabile che da Dicomano conduce a Terra del Sole, s'impone un provvedimento che serva a tutelare la personale sicurezza dei viandanti, specialmente di notte. Quindi S.A.S. ha approvato che sia istituita la forza che segue:
Un agente di Polizia, un Caporale dei R.R. Cacciatori (...) ordinando che sia ingiunto al Distaccamento Militare stanziato a Terra del Sole in servizio della Finanza (...)
Che a S. Bendetto in Alpi sia istituito un Presidio Militare in servizio di Polizia, composto da un Caporale e tre comuni.

 

    Il miglioramento delle infrastrutture viarie avviato nella prima metà dell'Ottocento era rappresentato dall’incremento della velocità media oraria, 14/15 chilometri, raggiunta dalle vetture postali, i mezzi di trasporto più rapidi dell’epoca che avevano il vantaggio di usufruire di un sistema di cambio dei cavalli ad ogni stazione di sosta che nei percorsi collinari e montani erano collocate ad una distanza fra loro di circa 8/9 chilometri.
    I mezzi di trasporto erano ancora trainati da cavalli.

   
Tra Terra del Sole e Castrocaro esisteva una stazione per il cambio dei cavalli denominata "Scarica l'Asino". Per il trasporto di persone si poteva contare sul servizio dei vetturini che garantivano collegamenti più brevi ma territorialmente più capillari. 

    Un primo segnale di opere stradali pubbliche lo si trova nella "Notificazione della Soprintendenza comunitativa del Compartimento fiorentino", del 15 giugno 1847 a firma del segretario G. Massai: "Pubblico Incanto per l'aggiudicazione degli infrascritti lavori da rilasciarsi in accollo al migliore offerente". Segue un prospetto dettagliato dei 5 interventi con l'indicazione dei lavori e l'ammontare della perizia, nei luoghi di Strada Regia Modenese (detto di Reno e Lima), Strada Regia Lucchese (Campi), Strada Regia Forlivese (Rocca di S. Casciano), Strada Regia Traversa Romana (Cantonedi Certaldo), Strada Provinciale Volterrana (Castel Fiorentino).

    Ancora nella seconda metà dell'Ottocento le condizioni della classe operaia rimangono gravi e il Municipio non potendo sopperire ai di lei urgenti bisogni con una delibera del Consiglio comunale del 30 Agosto 1871 invita il Governo perché voglia nel prossimo inverno regolare la strada nazionale forlivese dalla Porta Romana di Terra del Sole fino al vecchio confine toscano, costruendo un nuovo tratto di strada in linea retta sopprimendo quella esistente.
    Due anni dopo, non avendo ricevuto soddisfazione, il Municipio con una delibera del 28 Agosto 1873 ripropone viva istanza al Governo del Re perché su progetto dell'Ingegnere del Genio Civile Carlo Segoni sia corretta la strada nazionale che dalla Terra del Sole guida al confine con Forlì anche per dare lavoro ai braccianti nella prossima invernata.

    Il 6 Ottobre 1874, la Giunta municipale adotta una delibera per chiedere ed ottenere una variante al "progetto di rettifica del Ministero dei Lavori Pubblici" per la strada che da Porta Romana e Rio Spadone conduce alla Faragana posta sul confine provinciale di Forlì.
La Giunta propone in alternativa la realizzazione di un nuovo tratto di strada rettilineo motivando i minori costi costruttivi in quanto "abbrevia il corpo stradale" ed elimina le pendenze che attualmente s'osservano nel progetto del Ministero.

    Prima dell’introduzione della tecnologia ferroviaria e dell'uso di automezzi a trazione meccanica ancora all'inzio dell’Ottocento gli spostamenti tra città e territori, tra luoghi vicini e lontani avvenivano a piedi o a dorso di animale, in carrozza o con diligenze, pubbliche o private e le merci viaggiavano su carri trainati da cavalli ma su strade che erano ancora poco più che mulattiere e, oltre al disagio fisico il pericolo delle rapine era sempre in agguato.

    Una situazione urbanistica che sarebbe rimasta invariata fin verso la fine dell'Ottocento quando si determinarono nuove esigenze viarie date dalla "modernità" incombente che necessitava di adeguare le strade a nuovi mezzi di locomozione, gli ingombrantie poco agevoli omnibus e sopratutto la realizzazzione di tramvie per i primi treni a vapore che preannunciavano un nuovo sviluppo commerciale fra territori distanti tra loro. 

    Ma esistevano ostacoli e barrierie. Per collegare l'Adriatico con il Tirreno (dalle città romagnole a quelle toscane) si frapponevano i monti impervi della catena appenninica in cui esistevano ancora delle semplici mulattiere e non delle strade careggiabili. 

    Oltre agli ostacoli di natura fisica c'erano le barriere delle antiche porte, spesso di origine medievale dei paesi posti lungo le direttrici fluviali. 

    A Castrocaro nel 1881 si decise di demolire la Porta fiorentina posta nelle vicinazne di Palazzo Piancastelli per creare un nuovo e più ampio accesso viario al fine di consentire la realizzazione della prospettata e progettata "rettifica della strada nazionale Forlì Pontassieve".

    Nel 1882, il Consiglio comunale di Terra del Sole si era espresso per salvaguardare dalla demolizione proposta dal Governo  dei «due fabbricati delle porte che hanno una regolarità del disegno» (A.S.C., b. 26, 1882, fasc. I). Risultano, senza dubbio, significative le reazioni alla «sistemazione» che determinò la «taciuta demolizione».

Cruciale fu l’adunanza comunale del 20 ottobre 1887, almeno sul piano decisionale. 

    Il consigliere Vespignani evidenziò la necessità di sollecitare il Governo affinché intervenisse per sistemare l’attraversamento dell’abitato di Terra del Sole: l’intervento era, infatti, urgente sia perchè i pochi veicoli di allora necessitavano di una maggiore ampiezza stradale, sia perché l’assenza di intervento rallentava l’impianto della tramvia che si prospettava venisse realizzata per collegare Forlì a Firenze in alternativa all'ipotesi del percorso Faenza-Firenze. Ma l’angustia delle porte poste sotto i castelli di Porta Romana e Porta Fiorentina era pericolosa per i veicoli e la linea curva e l’eccessiva pendenza della strada all'interno dell'abitato ostacolavano la posa delle rotaie.

    Si deliberò che l’unica via possibile fosse abbattere il muro castellano «facendo in tal modo una linea retta colle vie interne» (A.S.C.,  Reg. Deliberazioni del consiglio comunale dal 20 agosto 1887 al 28 ottobre 1890, c. 12.); la stessa decisione dovette esser approvata di nuovo nel 1889 a conferma dell’inefficacia sul piano operativo delle precedenti delibere.

Dall’analisi dei verbali delle deliberazioni della Giunta e del Consiglio, anche gli anni novanta non videro alcuna corsa del tramway.

Nel novembre del 1892 vi fu una proroga dell’inizio di lavori di costruzione di altri sei mesi; ma anche questa scadenza non fu per nulla rispettata: tra l’aprile e il maggio del 1893 i Comuni interessati al tramway elessero i propri rappresentanti per il consorzio che decisero di fondare nel tentativo di accelerare i tempi.

Si è detto che nel 1887 e poi nel 1889, per risolvere il problema della strozzatura delle porte, il Consiglio aveva deliberato che si potessero abbattere le mura castellane dal lato Nord e Sud in corrispondenza dell’asse delle vie Baluardo Santa Maria-Baluardo Santa Reparata. 

Questa decisione, votata all’unanimità, venne proposta al Regio Governo con «calorosi uffici» (A.S.C., Reg. Deliberazioni del consiglio comunale dal 20 agosto 1887 al 28 ottobre 1890), ma ancora nei primi mesi del 1893 si parlava della rettificazione «già più volte invocata da questo Comune» (A.S.C., b. 33, 1893, fasc. I).

Il 22 giugno dello stesso anno giunse l’assicurazione che «il progetto relativo alla sistemazione della traversa di Terra del Sole lungo la Strada Nazionale n. 42 fu già rimesso in ufficio del Genio Civile il 17 maggio» (A.S.C., b. 33, 1893, fasc. I).

    I lavori venivano definiti «già iniziati» (A.S.C, b. 34, 1894, fasc. I) in data 14 febbraio 1894, dopo che dal novembre dell’anno precedente era stato ordinato di sgomberare il tracciato dalle piante che vi si trovavano (A.S.C, b. 33, 1893, fasc. I)

    Il 13 aprile si attestava che il signor Mini (Il 9 novembre 1893 si deliberò che questi assumesse l’impresa) «ha proceduto in questi ultimi quattro giorni al disfacimento del ciottolato nel tratto che fronteggia il Palazzo Comunale» (A.S.C.,  b. 34, 1894, fasc. I)

    In agosto gli abitanti si lamentavano per i fastidi che derivavano dalla disselciatura (A.S.C., Reg. Registro delle deliberazioni della giunta municipale di Terra del Sole e Castrocaro cominciato il 9 maggio 1893 –terminato il 28 novembre 1898); invocavano la rapida conclusione dei lavori, ma dichiaravano il totale disaccordo nei confronti della scelta del Governo. 

    Il progetto avanzato da quest’ultimo prevedeva la pavimentazione con una massicciata costituita da uno strato di pietrisco, ma il desiderio del Municipio e dell’intera popolazione era che il pavimento fosse ricostruito «come esisteva prima della esecuzione dei lavori di rettifica» e nel Consiglio del 25 agosto 1894 richiese il pavimento a filaretto.

    La comunità di Terra del Sole e Castrocaro così pronta a lagnarsi per le scelte di pavimentazione del Governo, non spese, dunque, parole sull’apertura delle mura. 

    Questa assenza di notizie circa la rottura delle mura e la ricchezza di informazioni circa gli altri aspetti della rettificazione (pavimentazione, illuminazione, arredo urbano) (A.S.C., Reg. Registro delle deliberazioni della giunta municipale di Terra del Sole e Castrocaro cominciato il 9 maggio 1893 –terminato il 28 novembre 1898) evidenziano come l’apertura del muro castellano fu letta dalla popolazione, come già si è detto,  come un’indolore sistemazione a vantaggio della viabilità, un intervento senza conseguenze nell’assetto della città.

    Secondo gli abitanti le due nette cesure della cortina muraria non venivano a modificare nulla della loro città-fortezza; infatti nel Regolamento edilizio del 1908, mentre si obbligava a non alzare i fabbricati dell’asse vie Mazzini e Saffi (Un tempo denominate Borgo Romano e Borgo Fiorentino - A.S.C., Reg. Registro delle deliberazioni della giunta municipale di Terra del Sole e Castrocaro cominciato il 9 maggio 1893 –terminato il 28 novembre 1898) ad un’altezza superiore a quella della facciata della casa attigua, si dichiarava che «il perimetro di Terra del Sole è segnato dalle mura castellane che lo cingono» (A.S.C., Reg. Registro delle deliberazioni della giunta municipale di Terra del Sole e Castrocaro cominciato il 9 maggio 1893 –terminato il 28 novembre 1898), quasi che esse non avessero subito alcun cambiamento. Non essendovi notizia certa, si potrebbe supporre che al 1908 la rottura non fosse stata ancora praticata.

    Questa supposizione però è smentita dal fatto che nel 1907 circa le rettificazioni interne agli abitati si denunciava la mancanza d’intervento solo nei paesi di Dovadola e Castrocaro (A.S.C., Reg. Registro delle deliberazioni della giunta municipale di Terra del Sole e Castrocaro cominciato il 9 maggio 1893 –terminato il 28 novembre 1898): la rettificazione del tratto traversante l’abitato di Terra del Sole era, dunque, già stata eseguita. 

    Il fatto che le mura castellane ancora fossero considerate nella loro completezza attesta come l’intervento di rottura non fosse nient’altro che funzionale alla “corsa forlivese”, necessariamente richiesto al fine di perseguire l’obiettivo primario: migliorare la comunicazione col territorio. 

vedi anche: Descrizione di tutte le strade pubbliche e maestre e ponti esistenti nella comunità di Terra del Sole, e Castrocaro ... 1760 – 1763 



Tutto il pubblicato in questo sito è sotto licenza "Creative Commons" sul diritto d'autore
Non opere derivate 3.0 ItaliaCreative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale