"Icone dell’ingiustizia. Le prigioni e i graffiti dei carcerati" Adriano Prosperi

 

Nel 2017, a Palermo, in un interessante convegno internazionale (edito da Visual History Volume III 2017 - frontespizio a lato - vedi anche il programma con estratti delle relazioni) Adriano Prosperi ha tenuto una conferenza sul tema "Icone dell’ingiustizia. Le prigioni e i graffiti dei carcerati" in cui indaga la ricca valenza di fonte di queste testimonianze, caratterizzate dalla frequente congiunzione di scritture e disegni, presentando una casistica che spazia dalla fine Cinquecento agli inizi del Novecento, e propone la costituzione di un inventario sistematico, un Corpus che le salvi da ogni forma di damnatio memoriae.

Un breve estratto del suo intervento (acquistabile on-line):
«Vorrei esaminare comparativamente alcuni casi di cui mi sono occupato – le carceri arcivescovili di Bologna, quelle di Terra de Sole nel granducato di Toscana e quelle di alcune realtà di carceri inquisitoriali - Palermo, Narni – per ragionare sul tipo di messaggio che i carcerati affidano alle immagini graffite nelle celle. Si tratta di casi assai diversi tra di loro per contesti storici, culturali e istituzionali. 

Ma il ricorrere di motivi simili permette di analizzare i caratteri del messaggio lanciato attraverso il disegno e le scritte. Si tratta nella maggior parte dei casi di messaggi religiosi dominati dall’immagine del crocifisso e da quella della Madonna, dall’invocazione di santi, dall’evocazione di eventi particolari.
È facile riconoscervi l’intreccio e la confluenza di motivi diversi non sempre distinguibili con facilità: a) l’offerta di un riscontro positivo, di consenso, alla predicazione di religiosi attivi nel carcere, con l’implicito tentativo di ottenere riconoscimento e protezione; b) una protesta contro la giustizia terrena sublimata in forma religiosa; c) la costruzione o ricostruzione della memoria individuale contro la minaccia della disgregazione del tessuto temporale e dei ricordi. [...]


Il primo esempio – per analogia con l’elenco che segue – di graffito carcerario risale alla prima età
moderna. L’ho scelto tra i molti conservati nel carcere di Terra del Sole, un centro di governo e di
amministrazione della giustizia del Granducato di Toscana ai confini fra Toscana e Romagna, creato
per volontà di Cosimo I de’ Medici nel secolo xvi e rimasto in attività come carcere fino alla seconda
guerra mondiale. Oggi è diventato un edificio monumentale con le scritte ben restaurate e con l’archivio cartaceo degli atti del tribunale Terra del Sole, prigioni del palazzo del Commissario granducale, fra i graffiti risalenti al tardo ’500-primo ’600, vediamo raffigurato un crocifisso (Fig. 1).
L’immagine spicca tra le numerose altre croci che costellano questo muro come la generalità dei graffiti carcerari di altri ambienti : qui il disegno del crocifisso vi è iscritto in una composizione romboidale, disegnata sul muro del carcere, su di uno sfondo dove compaiono numerose altre croci e si leggono nomi di uomini (come quello che qui si legge «W Sabbadino da Spessa»). [....]»
(1)Si veda dello scrivente Terra del Sole : un archivio e un centro di ricerca, in Un archivio toscano in Romagna, a cura di A. M. Dal Lauro, Bologna 1989, pp. 3-17. Le immagini sono state scelte all’interno della riproduzione sistematica dei graffiti ....
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    Adriano Prosperi è Professore emerito di Storia moderna della Scuola Normale Superiore di Pisa; è stato Ordinario della stessa disciplina presso le Università di Bologna, della Calabria e di Pisa. I suoi studi hanno affrontato in modo particolare la storia dell’età della Riforma e della Controriforma. Tra i suoi libri: Dare l’anima. Storia di un infanticidio (Torino, Einaudi, 2005); Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari (Torino, Einaudi, nuova edizione 2009); Cause perse. Un diario civile (Torino, Einaudi, 2010); Le origini dell’intolleranza (Laterza, Roma-Bari, 2011); Delitto e perdono. La pena di morte nell'orizzonte mentale dell'Europa cristiana. XIV-X-VIII secolo, Torino, 2014, (con riferimento ai casi di San Miniato, Cortona, Castrocaro, Terra del Sole); La vocazione (Torino, Einaudi, 2016); Identità, l’altra faccia della storia (Roma-Bari, Laterza, 2016). Con Vincenzo Lavenia e John Tedeschi ha curato il Dizionario storico dell’Inquisizione (Edizioni della Normale, Pisa, 2010), collabora a La Repubblica e a Left. Per l'Archivio Storico del Comune di Castrocaro Terme e Terra del Sole ha curato con un suo saggio la parte introduttiva dell'inventario.