Anagrafe storica: I nomi più strani in una ricerca d’archivio

Anagrafe storica: I nomi più strani in una ricerca d’archivio

Analizzato il curioso materiale dell’anagrafe dal 1861 al 1911: da quelli ispirati al Risorgimento ai 7 fratelli battezzati come i pianeti 

(vedi slide Anagrafe storica dal 1860 al 1911)

MARTEDÌ — 28 GENNAIO 2020 – IL RESTO DEL CARLINO

Trentasei scatole affollate di schede anagrafiche del Comune di Castrocaro Terme e Terra del Sole dell’arco temporale compreso tra il 1861, anno della proclamazione dell’Unità d’Italia, e il 1911, si elevano a significativa testimonianza del passato, ma altresì a interessante strumento di divulgazione della storia.

Il materiale documentale, tratto dai polverosi depositi municipali, trasferito all’Archivio Storico di Terra del Sole e riordinato in maniera certosina, è stato oggetto della ricerca appassionata condotta dall’archivista Paola Zambonelli, e dallo studioso e autore di numerosi volumi di storia locale Antonio Zaccaria.

I risultati sono stati resi noti agli studenti in occasione della didattica in Archivio, iniziativa che coinvolge ogni primavera gli studenti del territorio stimolandoneinteresse e partecipazione.

Dall’indagine deriva la fotografia di un’intera comunità, indicizzata in base ai nomi, alla durata della vita, alla professione.

A destare interesse è soprattutto la classificazione di nomi e cognomi, scelti su ispirazione derivante dalla storia, da luoghi geografici e, spesso, da ideologie politiche orgogliosamente ostentate.

I cognomi più diffusi nella seconda metà del 1800 rispecchiano quelli attuali: Ravaioli, Bandini e Tassinari, seguiti da Ragazzini e Lombardi, Mengozzi e Vespignani.

Quindi Savelli, Zauli, Ravaglioli, Zoli e Ghetti.

Un capitolo particolare riguarda i trovatelli, tristemente definiti ‘gettatelli’, e ‘battezzati’ dai responsabili dei brefotrofi o degli ufficiali di stato civile del comune di ritrovamento: in origine era un pullulare di Casadio/Casadei, Servadio/Servadei, usanza in seguito scalzata dall’obbligo di imporre un nome desunto dalla storia, dai regni animale (Antilopi, Fringuelli, Giraffi), vegetale (Aglietti, Arancini, Ginestri), minerale (Diamanti, Potassio); e ancora dalla geografia (Dardanelli, Rodi, Solarolo), dal mito (Argonauti), dalla religione (Angelini), da oggetti (Bottoncini, Rubinetti, Zerbini), e persino parti del corpo umano (Narici, Peli!).

Strappano un sorriso i nomi di persona: appassionati di storia hanno ‘partorito’ i vari Costantino, Numa, Napoleone, Attila, Giuseppe Garibaldi; alcuni personaggi del Risorgimento hanno ispirato le mamme e i papà di Vittorio Emanuele, quindi Menotti e Ricciotto (figli di Garibaldi); si devono invece agli anarco- socialisti Avanti (nato nell’anno in cui uscì il primo numero del quotidiano del Psi), Ribelle e Riger.

E chissà se i vari Argentina, Oriente, Isola in età adulta sono riusciti a risalire all’origine del proprio nome attraverso le cartine geografiche.

E la salutarese Ninfa Adele sarà diventata un’appassionata di epos?

Consegnati agli archivi i buffi appellativi dei terrasolani Olivo, Torella, Zelia, Zairo e Fioravanti, Orvieta, solleva ironia la scelta di quella mamma che chiamò Ritardo il figlio nato nel 1881 (forse dopo gestazione elefantiaca), e Sollecito quello venuto alla luce due anni più tardi.

Singolare anche la vicenda dei 7 fratelli venuti dallo spazio tra il 1894 e il 1909: tra loro Venerina, Saturno, Marto, Venere, Giuvilla. Altri sette consanguinei, nati tra il 1868 e 1881, sono stati ‘marchiati’ da un numero ordinale.

Non in ordine progressivo bensì sparso: Secondo il primogenito, Terzo il secondogenito, Quarto il terzo, poi Prima, Seconda, Terza e dulcis in fundo, Emidia.

E se il papà di Barbera Moscatelli era un appassionato di enologia, chissà cosa passava per la mente della povera ’Iella’, nata nel 1921?

Francesca Miccoli

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