Terra del Sole: Patrimonio mondiale dell'Umanità?

Terra del Sole: Patrimonio mondiale dell'Umanità?

La domanda posta non è retorica, contiene una propria valenza culturale trattandosi di una delle prime realizzazioni di città-fortezza di nuova fondazione del periodo di consolidamento (dalla seconda metà del '500) delle strutture architettoniche militari successive alla cosiddetta “architettura di transizion” (fine '400 inzio '500).

«(...) La maglia urbana di Terra del Sole segue una parcellizzazione ripetitiva che però non è omogenea in tutte le sue parti e quindi non assimilabile ad una scacchiera indifferenziata: non è possibile accostare l'evidente geometrizzazione del disegno urbano, rispondente sopratutto a criteri di economia costruttiva, a quella delle "terre murate" toscane del Medio Evo nate in previsione di una gerarchizzazione della sconosciuta società che vi era insediata. (...)»
[tratto da "Ai confini del Granducato di Toscana: la costruzione delle città fortezza di Terra del Sole",
Cesare Bazzoni; in QUASAR  quaderni di storia dell'architettura e restauro, 1994 n. 11-12 monografico "architettura, città, terriotrio", p. 42]

    «(...) Eliopoli – Terra del Sole, oggi in provincia di Forlì, sorse per precisa volontà di Cosimo I de Medici nel 1564 in quella che all’epoca era la Romagna Toscana, vale a dire i possedimenti medicei al di là degli Appennini; oltre a rappresentare il baluardo difensivo dei confini settentrionali, la nuova città doveva assolvere a perlomeno altre due funzioni fondamentali, ossia fungere da granaio del granducato (reperendo cereali nella Pianura Padana ed ammassandoli in previsione delle frequenti carestie) e soprattutto amministrare la giustizia.
Si trattava, quest’ultimo, di un ruolo particolarmente delicato in quanto niente come il rispetto delle leggi ed il regolare funzionamento del sistema giudiziario concorre a sancire la sovranità di un principe sui propri possedimenti; anche in questo caso l’urbanistica e le scelte architettoniche furono mirate.
In particolare sulla centrale piazza d’Armi si affacciavano due edifici vitali al funzionamento della provincia: il palazzo dei Commissari, tanto austero ed imponente quanto elegante, ed il palazzo della Cancelleria. Il primo oltre ad essere (come si evince dal nome) la residenza del Commissario generale per la Romagna Toscana era pure il luogo in cui si esercitava la giustizia civile e criminale; il secondo era, al solito, il luogo in cui si redigevano gli atti pubblici, evidentemente percepiti anch’essi come essenziali strumenti di affermazione, in quelle terre di confine, del potere centrale.
In conclusione ad Eliopoli si concentravano tutti i poteri (militare, civile e giudiziario), i quali si manifestavano, oltre che con i bastioni angolari, le mura ed i palazzi, anche attraverso la presenza di un corpo di funzionari e di burocrati; anch’essi, seppur in modo meno appariscente rispetto ai soldati, con la loro attività contribuivano a rendere effettiva la volontà del signore del quale essi erano rappresentanti! (...)»
[tratto da “Dalla città ideale alla smart city. Una riflessione sul ruolo degli archivi” - “Ruolo degli archivi nella città ideale” di Simone Vettore, in “Il mondo degli archivi” (Associazione Nazionale Archivistica Italiana - MiBAC, Direzione Generale per gli Archivi), 16 Marzo 2014 - link al saggio  - versione in pdf ]

Terra del Sole: città ideale? realtà, mito o miraggio?