canale navigabile attraverso l’Appennino tra Tirreno e Adriatico

canale navigabile attraverso l’Appennino tra Tirreno e Adriatico

Se gran parte delle strade del contado di Firenze, sia durante il principato mediceo che in quello dei Lorena, erano poco più che sentieri, mulattiere, difficilmente carreggiabili, così che nessun nemico possa utilizzarle per far penetrare delle truppe in armi verso i centri maggiori della Toscana, emerge inaspettatamente ai tempi di Cosimo I de’ Medici l’idea di creare un collegamento navigabile per collegare il Tirreno con l’Adriatico attraverso l’aspro Appennino. 

Lettera di Bartolommeo Concini a Vincenzo Borghini

(...) Il Serenissimo Padrone [Cosimo I de' Medici] finalmente ha fissato di fare il Gran Canale ideato fin d’anno passato, come sà, e da lei consigliato nel Casentino per unire il mare sopra a questo di Livorno. Al P. Ignazio Danti sarà raccomandata quest’Impresa, il quale ha detto che può effettuarsi con meno difficoltà, che fu creduto, e ha spinto il Serenissimo Padrone a determinarsi.
Fra le tante grandi cose di questo Principe la maggiore sarà questa, e spero, che presto se ne vederà il principio
. (…) Di Pisa alli XXVI Marzo 1572
Serv . Affez.
Bartolommeo Concino

"Vita di Cosimo de Medici primo granduca del dottore Lorenzo Cantini"
Firenze MDCCCV

    «(…) Fra' pensieri di quel Principe diretti al bene della Toscana, e che meritano di esser portati alla cognizione del Pubblico è da rammentarsi quello d'unire l'Adriatico al Mar Toscano. (…)

    Egli considerando, che per mezzo d'un Canale, il quale attraversando l'Appennino scendesse nella Pianura della Toscana si poteva aprire la comunicazione dell'Adriatico col Mar Toscano, stabilì d'accingersi a questa impresa non per altro oggetto, che per render la Città di Firenze, che è situata nel mezzo a questi due Mari, un grand'Emporio di Commercio.
 
   Il Padre Ignazio Danti Domenicano il più gran Mattematico di quel tempo, fù incaricato di quest'Opera, come si rileva da una Lettera del Segretario Bartolommeo Concini del 24 Aprile 1572 scritta in data di Pisa a Monsignor Vincenzo Borghini (Vedi la Lettera del Concini).
   
Pare, che il Piano fosse questo: sulla Montagna della Consuma, che è situata nel Casentino, e che è una continuazione dell'Appennino, esiste verso la parte di Prato Vecchio una spaziosa Valle, nella quale si avevano a raccogliere le Acque di tutti quei Monti per formare un Lago, del quale parla ancora il San Leolino ne' suoi Poetici Latini Componimenti, dal quale forse si dovevano partire i due Canali, cioè quello per introdursi nell’Adriatico, e l'altro per scendere nell'Arno, e venire nel Mare Toscano, e forse con la formazione d'un altro Lago nella sommità dell'Appennino Toscano.
    Questi due Canali, non potevano esser navigabili senza molti Sostegni, e Cateratie e artificiali ricettacoli dove si potessero abbassare, ed alzare l'Acque medesime, non tanto per la natura del Paese, che è sommamente montuoso, quanto ancora per causa dell'Acque, che da quei Luoghi non in molta quantità si possono raccogliere.
    Quest'Operazione, se fosse stata eseguita, averebbe facilitato ai Toscani per l'abbreviamento del Viaggio, il Commercio del Levante, e la Toscana sarebbe divenuta il Magazzino delle Merci Orientali come era stata la Città di Pisa ne' Secoli antichi. (…)

    Quai fosse la cagione per la quale un’impresa tanto utile COSIMO non eseguisse non è noto; forse fù la morte, che dopo non molto tempo tolse al Mondo quel Principe (…)»

(il brano citato alle pp 477-478; la lettera nel "Sommario" alle pp 668-669)
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    Abbiamo provato a cercare un lago sull'Appennino toscano nella zona del Casentino in prossimità del crinale con la Romagna ed in effetti esiste il "lago della Gorga Nera" sotto al Monte Falterona.

    Nella descrizione però non si fa riferimento ad un lago esistente ma di uno da realizzare ex-novo in una valle spaziosa verso la parte di Pratovecchio in cui cui confluiscono molti fiumi e corsi d'acqua:

"sulla Montagna della Consuma, che è situata nel Casentino, e che è una continuazione dell'Appennino, esiste verso la parte di Prato Vecchio"

    Nelle piante che alleghiamo si possono vedere entrambe le due zone che potrebbero essere state individuate per quel progetto di futuro "Magazzino delle Merci Orientali".