Viva l'anarchia - 1898

Fra i tanti documenti storici reperibili nell'archivio degli atti parlamentari del Regno d'Italia troviamo un'interrogazione dell'onorevole Brunicardi «sula cause dei disordini di castrocaro e sul contegno delle autorità».
La tornata è quella del 12 febbraio 1898 in cui il sotto-segretario di Stato per l'interno, Arcoleo, risponde all'interrogante: Veramente non risulta che vi sia stato alcun pretesto a questi disordini,  non agitazione di operai disoccupati, non rincaro del pane, non lo scioglimento del Consiglio comunale di Castrocaro e di Terra del Sole che era tempo prima avvenuto; ed anzi nulla faceva presentire una dimostrazione come quella che avvenne il  giorno 2 ottobre.

Il giorno 2 una dimostrazione .... una dimostrazione percorse alcune vie del paese emettendo grida di: Abbasso il Re! Abbasso la Regina e il principe di Napoli! Viva l'anarchia! ma poi a poco a poco si frazionò ed alcuni dimostranti entrarono in un caffè. Allora il delegato di pubblica sicurezza accennò agl'inconvenienti avvenuti e disse qualche parola rispetto alle grida che erano state emesse, ma quelli invece di fare buon viso alle sue osservazioni trassero le armi e pronunciarono delle parole provocatrici aizzando la gente per modo che i carabinieri furono costretti a farsi largo con i fucili in mezzo ai dimostranti. Nessun incidente doloroso si ebbe, e nessun arresto, poiché gli arresti avvennero solo quando, sopraggiunta la truppa, furono identificati gli istigatori dei disordini. Vi è ora un processo in corso contro costoro ... 

Brunicardi. Sono dolente di non potermi dichiarare sodisfatto delle parole dell'onorevole sotto-segretario di Stato; e mi permetto di dirgli che la narrazione che egli ha esposto dei fatti non è completamente esatta, od almeno non è completa. (...)
 

Il Consiglio comunale era in crisi; quindi, erano turbate tutte le funzioni amministrative di quel Comune, ed erano sospesi anche quei pochi lavori che si sarebbero potuti fare, e che sarebbero stati di grande vantaggio agli operai disoccupati. Il giorno 23 gennaio, una pacifica dimostrazione di 150 o 200 operai si presentò al comune di Terra del Sole, per domandare provvedimenti circa le cause della permanenza della crisi. Fu ricevuta dal sindaco; il quale consigliò i dimostranti a mandare una Commissione dal sotto-prefetto, per far sollecitazione affinchè la crisi fosse risoluta. E così avvenne. Presentatasi la Commissione al sotto-prefetto di Rocca San Casciano, ne ebbe in risposta che era stato sciolto il Consiglio comunale, ed era stato nominato regio commissario il facente funzione di sindaco, avvocato Giulianini. La Commissione riferì; la cittadinanza rimase completamente sodisfatta e tranquilla: nessun avvenimento, nessuno indizio di tumulto.
 

Il delegato, certo signor Vitullo, al 1° febbraio, venne in sospetto che, a Castrocaro, si covasse una rivoluzione. Telegrafò per rinforzi. Alla mattina dipoi, i pacifici cittadini di Castrocaro trovarono che era arrivata nel loro paese una quantità di carabinieri. Questa è la verità, onorevole sotto-segretario di Stato. Nessuno seppe immaginare la ragione di questo apparato di forza. Intanto, alla sera, un po' eccitati da questo fatto, un po' da altre ragioni, solamente una cinquantina di operai attraversarono il paese. Pochi ragazzi emisero grida sovversive; quelle grida alle quali egli ha fatto allusione.

(...) queste notizie vennero a me confermate dalle persone più autorevoli, più temperate, più moderate del paese, le quali mi dissero che la rivoluzione fu inventata dal delegato, e che costui la inventò o per avere una onorificenza o una gratificazione, o per un aumento di stipendio.
Io non sono socialista, e non vengo a difendere i socialisti e gli anarchici; io sono, qui, l'eco delle persone più eminenti e temperate del paese di Castrocaro.
Attraversata appena una strada del paese, la comitiva si divise (e qui mi permetta di rettificare la narrazione fatta da Lei): una parte andò ad una festa da ballo ed un'altra parte andò nel caffè dove c'era la musica, e dove furono suonati ballabili.
Nel caffè non fu emesso nessun grido; si fece quel che si fa nei caffè e nei luoghi di rivendita. Il delegato Vitullo, avvisato della cosa, si mise alla testa di otto carabinieri, i quali, con la baionetta in canna, si presentarono alla porta del caffè: il delegato entrò senza alcuna ragione intimando lo sgombro. Naturalmente trovò resistenza.
Chi conosce la natura romagnola, chi conosce la natura forte di quelle popolazioni, capisce facilmente che quelle persone, provocate senza alcun motivo, trovando un agente provocatore, invece di trovare un agente di pubblica sicurezza, resistessero. Ma, diciamo francamente, si contentarono di resistere a parole: uscirono dal caffè, non fecero violenze, non aggredirono, non percossero, e si dispersero.
    Questi i fatti. La mattina dipoi arrivò cavalleria, arrivarono altri rinforzi di carabinieri: perchè nessuno poteva levar dalla mente del delegato che Castrocaro fosse il centro di una vera e propria rivolta; arrivò anche un ispettore di pubblica sicurezza, il quale si mise a studiare le condizioni del paese, a fare un processo, a denunciare persone all'autorità giu-diziaria.
    In due giorni, vennero arrestate 23 persone.
Chi conosce il paese di Castrocaro, che è tanto pacifico quanto generoso, e sente che vennero arrestate 23 persone, non può fare a meno di provare le più grandi maraviglie. Ora Ella, onorevole sotto-segretario, veda la responsabilità che spetta alle autorità locali. La responsabilità delle autorità locali è enorme; e mi permetta di dire che quel delegato, il quale è stato parecchi anni a Castrocaro senza mai occuparsi di nulla, ha lasciato che almeno cinque dimostrazioni avvenissero, specialmente sotto il Gabinetto Crispi, contro Crispi, e contro l'Africa; dimostrazioni del resto pacifiche che non hanno dato luogo a nessun disordine. Invece in questa occasione non so per quali ragioni forse per provare che Castrocaro costituiva un gran pericolo per l'Italia, ha commesso gli arbitri e le provocazioni deplorate. Io non so perché si scelga sempre Castrocaro quando si vuol far credere alla rivoluzione; e mi ricordo che anche sotto il primo Gabinetto Crispi si fecero a Castrocaro molti arresti perchè si credeva che di là dovesse partire la rivolta. Ora io domando all'onorevole sotto-segretario di Stato Arcoleo, se non sia il caso di esaminare un po' a fondo la condotta di questo signor delegato, il quale invece di passare il tempo all'ufficio, passa tutta la sua giornata al caffè.
    Io mi permetto quindi di rivolgere una interrogazione all'onorevole sotto-segretario di Stato; ed è questa: perchè a Castrocaro tra le altre misure di polizia, di arresti, di persecuzioni, è stata presa anche quella di chiudere quel famoso caffè? Questa misura è stata presa forse non tanto in odio ai dimostranti quanto forse per obbligare il delegato ad esercitare le sue funzioni nel propro ufficiò ? (Si ride). In conclusione io, riepilogando il mio dire, affermo che la responsabilità dei fatti di Castrocaro riguarda il delegato di pubblica sicurezza locale, il quale non conosce affatto l'indole generosa, patriottica e pacifica del paese. Un'altra responsabilità grave per ciò l'assumerebbe il Governo se approvasse l'opera di questo funzionario assolutamente inetto. 

    Arcoleo, sotto-segretario di Stato per Vinterno. Due sole parole di risposta all'onorevole interrogante. (...)
Se il delegato di pubblica sicurezza deve essere cen-surato di qualche cosa, lo deve essere di que-sto: di non avere sciolta la dimostrazione, quando furono emesse grida di «Abbasso il Re! Abbasso la Regina! Abbasso il Principe di Napoli! Evviva l'anarchia!»
Invece il delegato credette semplicemente di consigliare quei dimostranti di tornarsene alle loro case: e qui mi pare che strettamente egli non abbia fatto il proprio dovere, essendo stato un po' fiacco forse nella prima parte dell' esercizio delle sue attribuzioni.
    Quanto ciò che riguarda poi il paese di Castrocaro, io posso rispondere all'onorevole Brunicardi con un rapporto motivato dal prefetto di Firenze, il quale riconosce che in quel circondario in cui appartiene Castrocaro e la Terra del Sole, occorrono sempre due compagnie di fanteria permanenti, perchè non si può rispondere della pubblica sicurezza. ( Ohooo ! — Commenti all'estrema sinistra).
Ora, fino a prova in contrario, il rapporto del prefetto di Firenze avrà tanta autorità presso la Camera quanta ne hanno le parole dell'onorevole Brunicardi.