Ierlaltro alle scosse del horribile, e spaventoso terremoto, che si fé sentire in questa parte della Romagna
circonvicina, si dessolò dai fondamenti la rocca di detto Castello di Tredozio e solo vi rimasero le mura del circuito,
con quelle della chiesa fracassate e rotte. Del tutto ne dò parte alle Signorie Loro, acciò sappiano il seguito per potere
volendo resarcire almeno le mura e la chiesa, che sono in tutto rovinate, o almeno far rifabbricare due colonne per
accomodarvi sopra la campana, che era su la torre, la quale benché caduta a terra non si vede per ancora che abbia
patito danno alcuno.
Le fo reverenza alle Signorie Loro Illustrissime.
Tredozio 24 marzo 1660 [in stile fiorentino
dell’incarnazione, ma 1661].
Umilissimo servitore
Giovanni Battista Bonaccorsi
(Archivio di Stato di Firenze, Capitani di parte guelfa, numeri neri, Giustificazioni, filza 491 (1661), Lettera del capitano di Tredozio Giovanni Battista Bonaccorsi ai Capitani di parte relativa ai danni causati nella rocca e nella chiesa parrocchiale dal terremoto del 22 marzo 1661, Tredozio 24 marzo 1661)