Monte Poggiolo

la rocca di Monte Poggiolo
Questo posto scuopre tutta la pianura della Romagna papale da Faenza fino a Ravenna e l’Adriatico, di modo che non è possibile far passare fra questo mare e Terra del Sole di piano alcun corpo considerabile senza esserne avvisati (…)

(Raccolta di piante delle Principali città e Fortezze del Granducato di Toscana levate d’ordine di Sua Maestà Imperiale sotto la Direzione del Signor Odoardo Warren colonnello del Battaglione d’Artiglieria e Direttore generale delle Fortificazioni di Toscana, MDCCXlIX, Archivio di Stato di Firenze (ASF), Segreteria di Gabinetto, 695)

 

    «La rocca di Monte Poggiolo, dal latino podolum, piccolo rialzo, sorge in corrispondenza di una delle testate del crinale secondario che divide il bacino del Montone e del Tramazzo-Marzeno, dominando un vasto settore della pianura romagnola, con le città di Forlì e di Faenza.
Tale collocazione strategica assicurò alla località un ruolo insediativo rilevante, sopratutto nell'età pre-protostotica e medioevale.


I reperti archeologici attestano una frequentazione umana che dal paleolitico superiore prosegue all'eneolitico, all'epoca umbro-etrusca, fino al'età romana.
 

Nel medioevo la località fu fortificata già prima del Mille. La rocca fu nei secoli seguenti a lungo contesa tra le principali famiglie feudali della zona, i Berengari, gli Ordelaffi, gli Orgogliosi, i Manfredi di Faenza, i Pagani di Susinana, i Calboli, ai quali apparteneva sullo scorcio del sec. XIV. Il 31 luglio 1382 moriva in Firenze Francesco di Pauluccio de' Calboli il quale, riconoscente alla città che lo aveva ospitato, la legava per testamento alla Repubblica Fiorentina.

foto di Stefano Piantoni “Camminata a Montepoggiolo”
Il definitivo passaggio della rocca di Monte Poggiolo a Firenze avvenne però solo nel 1403, dietro versamento di una cospicua somma di denaro. Pervenutane in possesso, in considerazione della sua importanza strategica, Firenze decise di ricostruire la rocca secondo le nuove esigenze militari del tempo, affidandone il progetto nel 1471 al celebre architetto Giuliano da Maiano, come è documentato in una lettera del Capitano di Castrocaro.
dettaglio "veduta della Rocca di Monte Poggiolo"; 1852; Tancredi Liverani BNC Roma
Vanamente assediata da Cesare Borgia, nel 1503 la rocca di Monte Poggiolo passò, come gran parte della Romagna, a Venezia. Risale con ogni probabilità a questo periodo la collocazione del leone di S. Marco sulla sommità del mastio. La riconquista operata da Giulio II portò nel 1509 alla restituzione della Romagna allo Stato Pontificio e di Monte Poggiolo a Firenze.
Carlo Ludovico Bompiani, Il Castello di Montepoggiolo o Monte del Falcone
presso Castrocaro sopra la valle del Montone, 1966,tecnica mista, cm 70x50

«I terremoti, del 22 marzo e del 30 aprile 1661 [per approfondire vedi il terremoto del 1661 nella Romagna toscana], produssero al forte di Monte Poggiolo non pochi guasti e ruine, ma furono bentosto dal governo mediceo riparati nel miglior modo, che per lui si poté. Succeduto, a Ferdinando II dei Medici, Cosimo III, questi, con suo bando, in data 31 ottobre 1676, ordinava, che i castelli di Monte Poggiolo e di Castrocaro,  ai  confini dello Stato dalla parte della Valle del Montone, venissero del tutto disarmati e sguerniti deimateriali da guerra e delle milizie, ivi per tanti secoli, mantenuti, facendo tutto trasportare alla nuova piazza d’armedi Terra del Sole.»
(Mini G., Illustrazioni storiche degli antichi castelli di Salutare, Monte Poggiolo e Sadurano di Val del Montone in Comune di Terra del Sole e Castrocaro. Rocca San Casciano 1890)

Il bando di Cosimo III del 5 ottobre 1676, che ordinava il disarmo della fortezza di Castrocaro, non colpì Monte Poggiolo che, con una piccola guarnigione, rimase, come torre di vedetta, a servizio della città-fortezza di Terra del Sole. Questo fatto giustifica le continue cure di cui la rocca fu fatta oggetto nei decenni successivi fino al 1772, quando Pietro Leopoldo di Lorena ordinò il disarmo di Terra del Sole e di Monte Poggiolo. Conseguentemente nel 1782 la rocca fu venduta a privati.
Da allora fu "utilizzata come abitazione colonica fino agli anni cinquanta [del Novecento], allorché fu acquistata con l'intenzione di adibirla a ristorante; in tale occasione fu colmato il fossato e spianata la quasi totalità del muro di controscarpa" (Polloni).
La rocca oggi versa in uno stato di completo abbandono e necessita di urgenti lavori di restauro.
Si conservano due interessanti piante settecentesche, dovute a O. Warren e L. Giachi, che descrivono la rocca quando aveva ancora funzioni militari. In particolare si segnalano il parziale utilizzo del cortile interno per l'alloggio e la presenza di una cappella all'interno del torrione nord-ovest.
Conserviamo anche alcune descrizioni della rocca, che vanno dal sec. XVIII ad oggi, come quella recente di D. Polloni, corredata da una attenta analisi delle sue caratteristiche militari.

    La rocca di Monte Poggiolo rimane comunque un notevole esempio di struttuta fortficata della fine del sec. XV, già pensata in funzione delle artiglierie ma ancora legata, per altri aspetti, come ad esempio il prevalente sviluppo verticale delle mura o la presenza di un apparato a sporgere, a sistemi difensivi medioevali.
»


(tratto da Patrizia Tamburini, Renzo Tani (a cura di), "Insediamento storico e beni culturali - valle del montone - comuni di Castrocaro Terme e Terra del sole ...", Cesena, Società Editrice “Il Ponte Vecchio”, 1998; Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna; Amministrazione Provinciale di Forlì-Cesena; Il Ponte Vecchio, 1998; collana IBC dossier n. 36; pp. 47-49)

 

 

dettaglio "veduta della Rocca di
Monte Poggiolo";
1852; Tancredi Liverani BNC Roma

    Nell'ottobre del 1470 la Repubblica di Firenze istituisce la magistratura straordinaria dei Cinque Ufficiali delle Fortezza «nuovamente creati per la edificatione di Montepoggiolo e la riparazione di Firenzuola, Dovadola e Piancaldoli».

    «L’incarico del progetto e della realizzazione venne affidato a Giuliano da Majano, uno dei migliori architetti dell’epoca, e il risultato fu una piccola ma potente rocca dall’alto della quale, come descrive il Warren a metà del Settecento, si scopre tutta la pianura della Romagna papale da Faenza fino a Ravenna e l’Adriatico, in modo che non è possibile far passare fra questo mare e la Terra del Sole, di giorno, alcun corpo considerabile senza essere avvistati. Di fatto la rocca di Castrocaro venne dotata di un “occhio” avanzato verso la linea di confine che ne potenziò decisamente le capacità difensive». 


    È grazie alla ricca e documentata ricerca storica condotta da Antonio Zaccaria e Cristiano Verna sappiamo per certo che la "Rocca di Monte Poggiolo" venne progettata dall'architetto fiorentino Giuliano da Maiano e costruita tra il 1470 e il 1471.
(Antonio Zaccaria, Cristiano Verna, "Il castello di Castrocaro - storia e tecnica di una terra di confine", Castrocaro Terme, 2018; pp. 37 e note a piè pagina; pp73-74  e nota a piè pagina)

    La data di costruzione di Montepoggiolo al 1471 è riportata da Mariano Dayala nel suo "Degl'ingeneri militari dal XIII° al XVIII° secolo" del 1869 in cui indica come costruttori Giuliano Nardi o Lionardo da Majano riferendo di una fonte della Biblioteca Riccardiana (probabilmente "2279 da Maiano, Giuliano, Memoriale della Scienza de’ Mercanti. Cod. cart. in fol. Sec. XV) in cui "la Scienza dell'abbaco, rese forte la terra di Castrocaro nel 1471, e il castello di Montepoggiolo".


    Giuliano da Maiano, nel luglio del 1471 esegue disegni e dirige i lavori per il Castello di Montepoggiolo presso Castrocaro (nel saggio di Daniela Lamberini viene sottolineato il ruolo di innovatore nell’architettura militare svolto da Giuliano, sperimentatore della pianta rombica; Giuliano da Maiano e l’architettura militare, in Giuliano e la bottega dei da Maiano, 1994, pp.13-27).

    Una fonte certa sulla costruzione della Rocca di Monte Poggiolo la troviano presso l'Archivio di Stato di Firenze nell'Inventario "Ufficiali della Castella e Ufficiali delle Castella e Rocche" (n. 387 che raccoglie 29 unità dal 1338 al 1487): al numero 28 (14 UCR - Ufficiali delle Castella e Rocche) è conservato il «Quaderno de’ 5 Ufficiali delle fortezze per opere della fabbrica di Monte Poggioli, 1471»
La filza cartacea (cc. I, 1-22) è suddivisa in due parti:

dettaglio "veduta della Rocca di
Monte Poggiolo";
1852; Tancredi Liverani BNC Roma

    PARTE PRIMA: «Quaderno delle opere che si daranno a Monte Poggiuolo et per chi; et conti delle calcine si torranno et da chi; tenuto per Bartholo di Piero»
Data iniziale: 10 giugno 1471
Data finale: 4 agosto 1471
Ufficiale: Bartolo di Piero
Contenuto: registrazioni di pagamenti ad operai e fornitori
    PARTE SECONDA: Rubrica
Data iniziale: 1 agosto 1471
Data finale: 25 novembre 1471
Contenuto: Nomi e paghe di operai addetti ai lavori per le fondamenta delle mura di Monte Poggiolo.

 

dettaglio "veduta della Rocca di
Monte Poggiolo";
1852; Tancredi Liverani BNC Roma

Gli "Ufficiali delle Castella" avevano competenza nella custodia, restauro, costruzione di rocche, castelli, fortificazioni del dominio; tali mansioni erano, svolte con visite periodiche a seguito delle quali erano date le disposizioni opportune. Erano eletti in numero di sette e duravano in carica sei mesi. Avevano sotto la loro diretta dipendenza i castellani che dimoravano insieme ai soldati, nelle fortezze e rocche loro affidate in custodia.

Gli "Ufficiali delle Castella" soprintendevano alle fortificazioni, funzione questa assunta nel tardo XV secolo dagli Operai di Palazzo. La direzione della politica estera della repubblica fiorentina era affidata alla Signoria. In occasione, però, delle numerose guerre si succedettero commissioni temporanee con balìa sugli affari militari. Nel 1383 furono istituiti i Dieci di Balìa o della Guerra, il cui ufficio fu prorogato e rinnovato fino al 1480; essi provvedevano all’organizzazione militare della repubblica e amministravano - con la Signoria ed i collegi - la politica estera. Uguali funzioni svolsero gli Otto di Pratica, che dal 1480 sostituirono i Dieci nei periodi in cui i Medici riacquistarono il predominio a Firenze.

  La rocca è posta a m. 212  slm, sul primo rilievo di un colle che si affaccia sulla pianura romagnola. Dopo la costruzione della città fortezza di Terra del Sole servì come torre di avvistamento alla nuova piazzaforte. All'interno del forte, oltre all'abitazione del comandante della Rocca, alla piazza d'armi, a casematte, corridoi di ronde.

Alleghiamo lo studio di Dino Palloni "La Rocca di Montepoggiolo - analisi funzionale e critica" pubblicato nel numero 17 del 1986 di "romagna arte e storia"; a tutt'oggi il saggio più completo sulla struttura fortificata. Alcuni riferimenti di tipo storico sono imprecisi, ad esempio, nella premessa, il 1482 indicato come l'anno della ricostruzione edilizia.   


«Il fortilizio (fig. 3) è a pianta quadrilatera irregolare, forse per adeguarsi al terreno o, più verosimilmente, per sfruttare preesistenti fondazioni delle cortine.
Agli angoli ha quattro torrioni cilindrici, molto prominenti, per permettere un più efficace finacheggiamento, ed abbondantemente scarpati.
Il torriene sud est, più elevato e più grande degli altri, è il mastio e conserva mumerosi ed interessanti particolari architettonici. all'esterno vi era un ampio fossato asciutto a contorno policircolare, munito di muro di controscarpa, un tratto del quale sopravvive ad ovest.
Ad un esame superficiale la rocca appare costruita d'un sol getto, non riscontrandosi né aggiunte successive, né riusi di precedenti costruzioni, pure documentate. (...)»

Le rappresentazioni storiche della rocca di Monte Poggiolo 

Confine di Terra del Sole e Castrocaro con Forlì
Datazione: 1590
Archivio di Stato di Firenze
Fondo: Piante antiche dei confini
Titolo unità archivistica: Casella IV; Numero unità archivistica: 4

Giachi, famiglia (Antonio, Francesco, Luigi)
Pianta e veduta della Rocca di Monte Poggiolo
Ultimo quarto del secolo XVIII.1780
Provenienza: Biblioteca nazionale centrale - Firenze - IT-FI0098 ;
Segnatura: A.I.13.21 Identificativo:info:sbn/CF90010101
Cartografia a stampa; Manoscritto - Monografia [oai:bncf.firenze.sbn.it:21:FI0098:CarteGeograficheIII:CF90010101]

Veduta della Rocca di Monte Poggiolo - dettaglio da:
Vicariati di Modigliana e della Terra del Sole nella Romagna
Datazione: [1770-1783] Autore: Morozzi Ferdinando, ingegnere
Scala grafica: miglia 3 fiorentine - Scala numerica: 1:33060
Archivio: Nàrodni Archiv Praha
Fondo: Rodinný Archiv Toskánsckých Habsburku
La carta, in 4 sezioni da ricomporre (misura complessiva 1172x950 mm), inquadra il territorio vicariale oggi romagnolo, senza l’indicazione delle
podesterie. In riquadri in cornice si riportano le vedute e piante di Rocca di Montepoggiolo, di Modigliana, di Terra del Sole e dell'ingresso di Dovadola.

 
Pianta della Rocca di Montepoggiolo
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
Illustrazione n. 28 tratta da “Piante di città e fortezze” Manoscritto
Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze, Fondo nazionale II.I.280
Autori: G.B. Belluzzi per le c. 1-85;
Anonimo del sec. XVII per la c. 72 bis;
Anonimi del sec. XVI per le cc. 96-123
Descritto in "Il Sanmarino: Giovan Battista Belluzzi, architetto militare e trattatista del Cinquecento"; D. Lamberini. Firenze; L.S. Olschki, 2007, p. 147
Altri autori: Belluzzi, Giovanni Battista, 1506-1554

    In seguito alla smilitarizzazione delle fortezze granducali (seconta metà del Settecento) anche la Rocca di Monte Poggiolo venne acquistata da privati.
    Nell’Elenco degli Edifizi Monumentali in Italia pubblicato nel 1902 a cura del Ministero della Pubblica Istruzione (circolare del 14 agosto 1896, n. 65) risulta censita (pagina 267-268 vedi link) a Terra del Sole e Castrocaro, la Rocca di Monteggiolo, o Falcone, nella parrocchia di Zola, oltre alle "Mura, porte e bastioni di Terra del Sole [sec. XVI); Rocca di Castrocaro {sec. XIII), Battistero antico di S. Giovanni a Castrocaro (sec. X); Palazzo Pretorio, oggi Municipale, di Terra del Sole; Rocca di Mezzogiorno, o Rocca Fiorentina, di Terra del Sole (sec. XVI); Rocca Settentrionale, o di Porta Forlivese, a Terra del Sole e Castrocaro. (sec XVI); Torre dell’Orologio a Castrocaro".

Curiosità popolare: Alla Rocca di Monte Poggiolo è legata una leggenda che narra dell'esistenza, ai tempi di Caterina Sforza, di una galleria che dall'interno conduceva fino alla rocca di Ravaldino, a Forlì.


VEDI La Rocca di Monte Poggiolo in una serie di scatti fotografici di inizio e metà Novecento conservati all'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione nella sezione Raccolte Fotografiche



   
Più di trent’anni fa la rocca venne acquistata dall’architetto bolognese Luigi Vignoli, che tentò di iniziare il restauro, ma il progetto venne respinto. Il complesso venne poi acquistato da Enrico Schiavina di Bologna, imprenditore edile e già vice-presidente dell’Associazione Italiana Castelli. Pur con la sua importanza di monumento storico è ancora oggi di proprietà privata ma presenta
un progressivo degrado, dovuto al tempo e all’abbandono.

In più occasioni sono stati presentati vari progetti di "restauro" prevedendone diverse destinazione d’uso.

Emblematico il caso di un progetto che la proprietà immobiliare presentò nel 1993 e ancora due anni dopo non era stato avviato nessun intervento di consolidamento strutturale né di recupero architettonico.


 interrogazione On. Baccarini

 risposta Ministro Paolucci

Quella vicenda la troviamo riassunta nell'interrogazione del 12 gennaio 1995 dell'On. Baccarini sulla questione relativa all'abbandono e degrado della rocca di Monte Poggiolo ma sopratutto nella risposta ricevuta l'11 marzo dal Ministro per i beni culturali e ambientali (Paolucci). A questo link il testo in pdf degli atti.

Ancora nel 1996
viene presentato dalla proprietà immobiliare Schiavina un progetto di restauro della Rocca di Montepoggiolo, progetto che non verrà mai eseguito. 

A new life for the Rocca di Monte Poggiolo

Marata, Alessandro,
A new life for the Rocca of Montepoggiolo

Firenze, 2006, 11th International Seminar Forum UNESCO - University and Heritage - Documentation for Conservation and Development: New Heritage Strategies for the
Future, è l'evento di spessore internazionale in cui l'Arch. Alessandro Marata (all'epoca ricercatore dell'Università di Cesena e Presidente dell'ordine degli architetti di Bologna) presenta una proposta di recupero della rocca di Monte Poggiolo finalizzato alla realizzazione di una sede museale dei reperti preistorici scoperti nel sottostante podere di Ca' Belvedere (the project provides an archaeologic museum, a technological and environmental park, accomodations. ... The project provides the scientific restoration of the walls ...).

 


Anche di questo progetto si perdono le tracce nel tempo e sul "maniero" si spengono le ultime speranze di un suo recupero.

Nel 1996 si tenne a Forlì il XIII Congresso mondiale di preistoria
I motivi della candidatura furono la diretta conseguenza delle attività di ricerca svolte negli anni ‘80/primi anni ‘90 nel sito di Ca’ Belvedere di Monte Poggiolo nel Comune di Castrocaro Terme, riconducibile ad una età di un milione di anni da oggi.
Il Convegno venne organizzato in 18 sezioni in contemporanea, 3.000 comunicazioni e 10.000 partecipanti provenienti da tutto il mondo. L’impegno dello Stato venne garantito da un congruo finanziamento, analogamente a quello devoluto dal MIBACT, dalla Regione Emilia Romagna e dalla Cassa di Risparmio di Forlì. Oltre sessanta volumi furono pubblicati su tematiche della preistoria.

I reperti di Ca' Belevedere vennero depositati nel Museo Archeologico "A. Santarelli" di Forlì  in Corso della Repubblica, 72. Ad oggi non è dato sapere se e quando il Museo Santarelli potrà essere nuovamente visitabile dato che risulta inaccessibile al pubblico. Una parte dei materiali potrebbe essere attualmente esposta presso il San Domenico. Ma non ne siamo sicuri!!! Di seguito un estratto della scheda pubblicata dal Comune di Forlì.
Dal Paleolitico all'Età del ferro
«Il Museo, che offre un quadro abbastanza completo del popolamento del territorio forlivese dal Paleolitico inferiore al VI-VII sec. d.C., conserva i choppers e i "rimontaggi" rinvenuti nel giacimento di Ca' Belvedere di Monte Poggiolo, che sulla base di indagini multidisciplinari e di datazioni radiometriche e paleomagnetiche, risale a più di 800.000 anni fa. Lo studio microscopico delle loro superfici ha evidenziato la presenza di usure connesse con la lavorazione di materiali morbidi e il taglio della carne.
Il sito di Ca’ Belvedere di Monte Poggiolo è in assoluto una delle più antiche testimonianze della presenza dell’uomo in Europa e pone questa regione al centro del tema relativo alle modalità del primo popolamento del nostro continente. (...)»

Altra interessante pagina, sempre nel sito del Comune di Forlì, fornisce ulteriori informazioni sul sito di Ca' Belevedere e di Monte Poggiolo; sono presenti anche alcuni stralci di interviste al Prof. Peretto e al Prof. Antoniazzi. La speranza è che questa pagina di testimonianze resti resti visionabile e non venga cancellata, come purtroppo accade di frequente nei siti degli enti pubblici.

Nel 1997 un'interrogazione parlamentare sollecita il Ministro

per i beni culturali e ambientali e per lo spettacolo e lo sport On. VELTRONI

Senato della Repubblica XIII Legislatura – 3823 –

29 OTTOBRE 1997 FASCICOLO 52 (link pdf)

LAVAGNINI. – Al Ministro per i beni culturali e ambientali e per lo spettacolo e lo sport.– Premesso:
    che la Rocca di Monte Poggiolo è un prototipo di apprestamento militare della seconda metà del Quattrocento in grado di ospitare le prime armi da fuoco e porta la firma del grande architetto fiorentino Giuliano da Maiano;
    che in data 14 maggio 1996 i proprietari avevano presentato un progetto di ristrutturazione e di riuso funzionale, che ha ricevuto parerene gativo da parte del Ministero per i beni culturali;
    che tale parere negativo sembra formulato senza tenere conto del fatto che il proprietario è disposto a restaurare il monumento a sue spese senza alcun onere per la pubblica amministrazione;
    che la Rocca è stata abitata fino a circa trent’anni or sono (e il ritardo negli interventi di recupero non è certo da addebitarsi ai proprietari);
    perciò un restauro puramente conservativo sembra condannarla a morte, anche perchè non si troverà nessuno disposto a spendere una somma notevolissima senza poter in alcun modo «riusare» il monumento;
    che di fronte a questa situazione, oltre 1500 cittadini di Ciola  – Montepoggiolo, Terra del Sole e dintorni, gelosi custodi delle loro memorie storiche, hanno sottoscritto (e altri stanno per farlo) una petizione con cui si chiede «a tutte le parti interessate di mettere in atto tutti gli interventi in loro potere per salvare, recuperare e valorizzare la Rocca»,
    si chiede di sapere se non si intenda promuovere una ispezione in loco, con la presenza degli interessati, al fine di individuare una soluzione che consenta di sbloccare una situazione di stallo che da decenni porta la Rocca ad un continuo degrado.
(4-06973) (10 luglio 1997)
RISPOSTA. – In riferimento all’interrogazione parlamentare di cui all’oggetto si comunica quanto segue.
    La Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici di Ravenna ha intrapreso fin dal 1993 un’azione, supportata da numerosi sopralluoghi, per la salvaguardia e il restauro della Rocca di Monte Poggiolo che costituisce uno dei più significativi esempi di architettura militare della seconda metà del Quattrocento realizzata su progetto di Giuliano da Maiano.
    La proprietà è sempre stata intenzionata a ricostruire totalmente le parti mancanti (camminamenti, merlature, beccatelli, coperture, eccetera) anche con l’inserimento di strutture da realizzare o con tecnologie moderne (ferro, vetro, eccetera) o, come nell’ultimo progetto inoltrato al Ministero, ricostruendo arbitrariamente volumi e parti murarie non originarie, ma inserite più recentemente e comportanti un incongruo utilizzo del monumento.
    Da quanto sopra discende il parere negativo espresso dal Ministero su quanto ipotizzato dalla proprietà.
    Conseguentemente la Soprintendenza ha chiesto alla proprietà di voler trasmettere un progetto limitato a interventi di restauro e consolidamento, non ancora pervenuto.
    Lo stesso Ufficio si è dichiarato contemporaneamente favorevole ad ogni azione finalizzata a definire la questione e individuare una soluzione operativa che permetteva di giungere in tempi brevi al recupero del monumento ed evitarne l’aggravarsi del degrado strutturale.
    Nel contempo, come richiesto dall’onorevole interrogante, è stato incaricato un Ispettore Tecnico Centrale di effettuare un sopralluogo che permetta di addivenire a una soluzione della questione.
Il Ministro per i beni culturali e ambientali e per lo spettacolo e lo sport VELTRONI
(16 ottobre 1997)

Passano gli anni, anzi i secoli, e sulla rocca di Monte Poggiolo, sembra regnare un malefico destino che lo ha condannato alla sua ormai inevitabile e definitiva rovina. I disegni e le piante antiche ci restituiscono una chiara rappresentazione di ciò che era. Piccolo ma austero e razionale fortilizio che dalla cima della collina svetta sulla sottostante pianura romagnola. Le immagini più recenti che ritraggono la rocca parlano da troppo tempo di un rudere informe in balia delle intemperie e del saccheggio.
Facciamo proprie le parole di Alessandro Bugani che dal suo sito web
(Decadence) ci offre delle fotografie e un video (di seguito riproposto) estremamente significative sull'attuale stato dell'arte del Castello di Monte Poggiolo:

«Sempre carico di magia e mistero, meta di "Esploratori" di ogni sorta e dalle più disparate intenzioni. Dalle coppiette in cerca di un posto romantico alle sette sataniche, alle feste davanti a un falò e una chitarra...
Oggi "Il mio Castello" versa in uno dei peggiori stati, quantomeno interni, che abbia mai visto, negli anni '90 si poteva entrare e aggirarsi per il cortile interno, oggi totalmente ricoperto da una vegetazione così fitta che neanche si riesce a vedere cosa ci sia sotto... all' esterno anche era quasi ricoperto dai rovi, anche se nel maggio 2014 ci sono tornato e almeno la parte esterna era stata ripulita.
Il Castello di Monte Poggiolo, da fortezza costruita attorno all'anno mille come vedetta a protezione dei signori di Castrocaro, è diventato oggi una proprietà privata di qualche riccone, che indeciso sul da farsi, lo ha abbandonato alla rigogliosa vegetazione...
Davvero un peccato per il valore storico del castello e della zona che probabilmente ha ospitato i primi uomini in Italia, circa un milione di anni fa, quando Monte Poggiolo era un'incontaminata spiaggia ...»
.

Monte Poggiolo non è solo la rocca medievale, è anche un sito preistorico fra i più importanti d'Europa. 

Anche il Parlamento italiano si è interessato in tempi recenti di Monte Poggiolo.

Camera dei Deputati - XVII LEGISLATURA — SEDUTA DELL’11 NOVEMBRE 2014 - Atti Parlamentari — 18569 — ALLEGATO B AI RESOCONTI (pdf) p. 27
BENI E ATTIVITÀ CULTURALI E TURISMO
Interrogazioni a risposta immediata:
    MOLEA. — Al Ministro dei beni e dell eattività culturali e del turismo.— Per sapere – premesso che:
    il Monte Poggiolo
è una collina appartenente all’Appennino forlivese; situata in comune di Castrocaro Terme e Terra del Sole, a una decina di chilometri da Forlì, sulla sinistra orografica del fiume Montone, la sua altura è importante per la presenza, sulla sua vetta, di una rocca medievale, nota come rocca di Monte Poggiolo;
    dalla rocca si scopriva «la pianura della Romagna papale da Faenza fino aRavenna e l’Adriatico, di modo che non è possibile far passare fra queste mura e la Terra del Sole di giorno alcun corpo considerabile senza esserne avvisati»;
    collocata in posizione strategica elevata la Rocca di Montepoggiolo fu contesa nei secoli dalle varie signorie di Forlì, Faenza e Castrocaro;
    a poca distanza dal castello della rocca sono stati ritrovati migliaia di reperti litici, manufatti risalenti ad oltre ottocentomila anni fa, considerati di grande importanza per la conoscenza dell’Italia del Paleolitico poiché spostavano molto indietro nel tempo le conoscenze relative alla presenza di ominidi nella penisola italiana;
    il sito di Monte Poggiolo è importante per essere un luogo di costruzione dove gli ominidi hanno realizzato i manufatti, lasciando in luogo le schegge del lavoro eseguito e in qualche caso il pezzo stesso che, abbandonato perché forse non ben realizzato, ha permesso agli archeologi di ricostruire tutte le fasi del lavoro, scheggia per scheggia fino a riassemblare la pietra originale;
    a tutt’oggi di proprietà privata, la rocca si presenta in stato di abbandono e degrado strutturale anche se sono stati avviati vari interventi di restauro parziale che non le hanno però ancora restituito la sua antica bellezza –:
    quale soluzione si ritenga opportuno individuare al fine di salvaguardare questo monumento che rappresenta pur sempre un patrimonio di interesse comune che non è tollerabile lasciare in totale degrado. (3-01152)
 

Camera dei deputati Mercoledì 12 Novembre 2014
AULA, Seduta 330 - Esame delle norme in materia ambientale

Iniziative per la salvaguardia del sito di Monte Poggiolo
ubicato nell'Appennino forlivese - n. 3-01152

15:05:39 Illustrazione: Deputato MOLEA Bruno (SCpI)

http://webtv.camera.it/evento/7154/385749
resoconto stenografico    Signor Presidente, signor Ministro, la rocca di Monte Poggiolo si trova su una collina compresa nel comune di Castrocaro Terme e Terra del Sole, a pochi chilometri da Forlì. 
    
Nel passato è stata sicuramente una rocca strategica, ma la cosa importante che voglio sottolineare è che intorno alla rocca sono stati ritrovati migliaia di reperti litici, manufatti risalenti addirittura a 800 mila anni fa, che sono considerati di grande importanza per la conoscenza dell'Italia del Paleolitico, poiché spostavano di molto indietro nel tempo le conoscenze relative alla presenza di ominidi nella penisola italiana. 
   
    
A tutt'oggi, la rocca è priva di qualsiasi tipo di manutenzione, è in uno stato di abbandono.
    
Le chiedo quale soluzione si ritiene opportuno individuare al fine di salvaguardare questo monumento che rappresenta, pur sempre, un patrimonio di interesse comune, soprattutto per la quantità di reperti che sono nel sottosuolo circostante alla rocca stessa.

15:06:47 Risposta: Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo FRANCESCHINI Dario

http://webtv.camera.it/evento/7154/385750

resoconto stenografico
    Signor Presidente, come veniva ricordato, a Monte Poggiolo e nel forlivese c’è un importantissimo sito paleolitico, che è stato oggetto di ricerche condotte sin dagli anni Ottanta dall'istituto di geologia dell'università di Ferrara. Si tratta di un terreno di proprietà privata di un'azienda.
    L'area è stata sottoposta a vincolo sin dal 1992 e dal 1985 al 1993 sono state condotte delle campagne annuali di scavi, sempre sotto la guida dell'università di Ferrara e, con le richieste in concessione, dall'amministrazione della provincia di Forlì.    
    La proprietà, successivamente alla conclusione di queste campagne di scavo, ha chiesto la riduzione del sito archeologico soltanto a una porzione dell'area e la sovrintendenza, la direzione regionale dei beni culturali dell'Emilia Romagna, ha emanato nel 2012 un provvedimento di rettifica del provvedimento originale del 1992.    
    Ora l'area più ampia è ancora suscettibile di possibili, molti rinvenimenti e vi è in corso un’internazionale, guidata dal professor Peretto dell'università di Ferrara, che sta proseguendo nelle attività di studio dei manufatti, quelli rinvenuti, che sono quantificabili in migliaia di reperti.
    Anzi, la competente sovrintendenza archeologica sta valutando, di concerto con l'amministrazione comunale di Forlì, diverse azioni di tutela, tra cui il coordinamento delle diverse modalità di tutela alla luce delle conoscenze nuove sull'area, senza nemmeno escludere che possa essere rivista la vincolistica, la predisposizione di un progetto espositivo aggiornato e soprattutto l'organizzazione, in occasione di un convegno internazionale che si terrà nel 2016 sul tema «Italia come ponte tra Mediterraneo e Europa», di eventi espositivi e divulgativi proprio focalizzati sul giacimento paleolitico di Monte Poggiolo.    
    Per quello che riguarda la rocca, questa è di proprietà privata.
La proprietà ha presentato nel 2008 un progetto di massima alla sovrintendenza, ma quel progetto di massima, poi, non è mai pervenuto in forma definitiva di progetto e, quindi, in queste condizioni, in assenza di progetto, non c’è modalità possibile se non la sollecitazione o l'attesa dell'iniziativa della proprietà privata.

 

15:09:04 Replica Deputato MOLEA Bruno (SCpI)

http://webtv.camera.it/evento/7154/385751

resoconto stenografico
    Signor Presidente, ringrazio il Ministro, soprattutto per le precisazioni che ha fatto relativamente allo stato dell'arte per quanto riguarda la possibilità di intervenire con un progetto che, a quanto pare, a questo punto la proprietà deve soltanto presentare.
    Quindi, questa è un'informazione che mi tranquillizza per quanto riguarda la competenza da parte istituzionale.   
    Prendo atto con soddisfazione anche della possibilità che il sito di Monte Poggiolo possa essere inserito ancor di più nell'agenda delle attenzioni che il Ministero stesso pone per questi siti di così importante rilevanza.
    Quindi, mi ritengo soddisfatto della risposta
.  

Montepoggiolo e il museo invisibile a cura di Umberto Pasqui 21 febbraio 2020

«(...) l’uomo di Monte Poggiolo doveva appartenere all’Homo erectus e con certezza sappiamo che ha sostato a Monte Poggiolo, sul suolo forlivese e faentino, dove ha scheggiato la selce per costruirsi punte acuminate, ha spezzato i sassi per farne raschiatoi per pulire le pelli e con la propria donna ha contribuito a diffondere il genere umano europeo.
La Romagna vanta questa straordinaria scoperta [in riferimento è ai reperti preistorici rinvenuti ai piedi della rocca], un primato e un privilegio che non dovrebbero essere disattesi.
Anzi, si dovrebbe PROMUOVERE MONTE POGGIOLO come faro antropologico dell’umanità e, come suggeriva mons. Ezio Donatini, studioso e parroco di Terra del Sole, bisognerebbe coinvolgere il F.A.I. (Fondo per l’Ambiente Italiano: un Ente giuridicamente riconosciuto che già si è reso benemerito verso il patrimonio storico-artistico) e ristrutturare l’antica fortezza, dove all’interno si potrebbe allestire un museo preistorico con biblioteca-studio, una sala per proiezioni video-virtuali e un ambiente per il custode.»
(L’uomo di Monte Poggiolo di Forlì di Gilberto Giorgetti in "E’ RUMAGNÔL", Anno III - n. 11)

I video di seguito pubblicati mostrano lo stato di degrado. 





 





 

 

 

 

 

Monte Poggiolo nel 1928

 

Monte Poggiolo nel 1928

 

 

  
Il sito preistorico
 
Nel 1983, alla base della Rocca di Monte Poggiolo nel podere di Ca' Belevedere
è stato ritrovato quello che a tutt’oggi si ritiene essere il più antico sito preistorico europeo.
    Nella nostra penisola la testimonianza più antica della presenza dell’uomo è datata a circa 1.000.000 d’anni fa e si trova proprio in Emilia Romagna, a Monte Poggiolo (m 212 slm), sui colli di Forlì.
    A seguito della scoperta, avvenuta nel 1983, gli scavi condotti dall’Università di Ferrara hanno messo in luce un deposito ghiaioso/sabbioso contenente abbondante industria litica in giacitura primaria, ricavata per lo più nei ciottoli silicei affioranti dallo strato a sabbie gialle, posto nelle vicinanze dell’insediamento.
    Nella sequenza stratigrafica questi sedimenti sabbiosi, in posizione immediatamente inferiore al deposito archeologico, sono la testimonianza di un ambiente litoraneo (spiagge), appartenente all’ultimo mare padano di circa 1.300.000 anni fa.
    Gli strumenti su ciottolo e scheggia (choppers, chop-ping tools, denticolati, grattatoi, raschiatoi) presentano un aspetto tipologicamente arcaico e, allo stesso tempo, ad ampia escursione cronologica, da cui non è possibile trarre elementi precisi di datazione.
    L’età del deposito di Monte Poggiolo è stata ricavata quindi tramite complesse analisi sul paleomagnetismo dello strato archeologico, la cui polarità inversa viene considerata prova di datazione antecedente l’inversione magnetica Matuyama - Brunhes: da qui l’indicata età di 900.000 - 1.000.000 d’anni fa.
    La ricostruzione paleoambientale del contesto archeologico indica un ambiente aperto, freddo, di tipo steppico, forse un tratto costiero in prossimità della foce di un fiume, nelle cui ghiaie è verosimile venissero raccolti i ciottoli silicei lavorati poi nell’insediamento.

Queste testimonianze documentano l’insediamento delle prime comunità umane nella piana alluvionale al margine orientale del golfo padano agli esordi del Pleistocene Medio

Erano padani i primi abitanti d’Italia
National Geografic Italia - 2012 [versione in pdf]

Una nuova datazione conferma il sito di Monte Poggiolo come la più antica testimonianza della presenza umana in Italia.
I primi ominidi arrivarono in Pianura Padana, circa 850 mila anni fa, in seguito a un drastico cambiamento climatico

I primi ominidi giunsero in Italia probabilmente seguendo le rotte migratorie dei grandi mammiferi, come l’elefante africano, che dalle savane africane si spostarono verso l’Europa meridionale alla ricerca di un “buen retiro”. Lo rivela una ricerca, i cui risultati sono pubblicati sulla rivista Earth and Planetary Science Letters [Volume 5, Issues 1–2, January–February 2006 - Paléontologie humaine et Préhistoire - Place de la palynologie archéologique, au regard des longues séquences polliniques de référence - Le site de plein air de Ca’ Belvedere di Monte Poggiolo], secondo cui con la parziale emersione della Pianura Padana, avvenuta 850 mila anni fa, si aprì una nuova via di passaggio per uomini e animali che si diffusero poi in Francia e in Spagna.

 


 

Annali dell'Università di Ferrara "Museologia Scientifica e Naturalistica"; Volume 15 (2019) in pdf

Carlo Peretto; “Ca’ Belvedere di Monte Poggiolo (Forlì)”(estratto in pdf pp. 23-32)


CA’ BELVEDERE DI MONTE POGGIOLO (FORLÌ)
Carlo Peretto - Università degli Studi di Ferrara, Dipartimento di Studi Umanistic
i

    «La scoperta del sito nel 1983 si deve ad un gruppo di appassionati che a partire dagli anni Ottanta iniziò a collaborare col sottoscritto allo studio dei materiali paleolitici dell’Appennino forlivese e faentino. La collaborazione, in particolare con i Dott. Alberto e Aldo Antoniazzi, Luisa Fontana e Franco Proli, portò alla stesura di numerose pubblicazioni scientifiche, cataloghi e allestimenti di mostre tematiche. L’apporto e la collaborazione della Dott.ssa Luciana Prati, curatrice del Museo Archeologico di Forlì, fu fondamentale per il buon fine delle iniziative.
    Il sito di di Ca’ Belvedere a circa 180 metri s.l.m. è ubicato sul versante nord della collina di Monte Poggiolo (un rilievo cupoliforme fra Forlì e Castrocaro, al termine dello spartiacque tra il fiume Montone e il rio Petrignone) poco distante dal castello mediceo posto sulla sommità del colle (figg. 1-2). (…)

    La stratigrafia

    La geologia locale è caratterizzata da una serie sedimentaria del Pleistocene inferiore con alla base le “argille azzurre” a Arctica Islandica et Hyalinea baltica (Amore et al., 1996; Antoniazzi & Peretto, 1998; Antoniazzi et al. 1988, 1992; Peretto, 1992, 1997; Peretto et al., 1998). Su di esse si impostano i sedimenti costieri di Monte Poggiolo e lateralmente verso N-O le “sabbie gialle” litorali (Monte Vescovado, Castiglione, S. Biagio) alterate da un paleosuolo attribuito al Pleistocene medio. (…)
    Lo scavo, iniziato nel 1984, ha posto in luce sedimenti caratterizzati da una alternanza di sabbie e limi che includono ghiaie di grandezze variabili; in tutti i livelli si rinviene l’industria litica che si caratterizza per la freschezza e i numerosi rimontaggi. (…)

     La cronologia

   Le indagini paleomagnetiche consentono di confermare l’alta antichità dei livelli con l’industria litica, attribuiti al Pleistocene inferiore (fig. 5). Le analisi hanno interessato differenti formazioni, come ad esempio la “Sabbie Gialle” di Monte Vescovado oltre ai livelli di Monte Poggiolo contenenti reperti litici, rivelando la presenza di un componente inversa del campo geomagnetico fossile. Il confronto dei dati magnetici con i risultati interdisciplinari e la lettura critica dei dati disponibili di ordine stratigrafico, ha portato all'attribuzione di queste formazioni alla fase geomagnetica di Matuyama. Il giacimento paleolitico si pone quindi in una forbice tra 1,4 milioni di anni (comparsa di Hyalinaea balthica nelle “argille azzurre”) e 780.000 anni (data del limite Brunhes-Matuyama). (…)

    L’industria litica

    L’uomo ha lavorato ciottoli di selce di medie e piccole dimensioni, per lo più caratterizzati da una matrice composta da silice microcristallina e/o criptocristallina che includono microfossili e rocce bioclastiche più o meno silicizzate. Rari esempi presentano evidenti laminazioni non omogenee.
Le caratteristiche tecno-tipologiche dell'industria litica, provenienti sia da raccolte di superficie sia da scavi stratigrafici, sono state oggetto di specifici studi (Antoniazzi et al., 1993; Bisi et al., 1994; Peretto, 1992).
    Lo scavo ha scoperto un totale di 1319 manufatti, di cui 1166 rappresentati da schegge e 153 da ciottoli lavorati, la maggior parte dei quali caratterizzati da distacchi unidirezionali o alterni. (…)
    Il primo popolamento umano della valle Padana in cui si trova Monte Poggiolo non è stato un fenomeno sporadico. Infatti situazioni del tutto analoghe a quella di Ca’ Belvedere di Monte Poggiolo sono state accertate in molti altri giacimenti posti lungo tutto il margine del Pedeappennino padano (Cremaschi & Peretto, 1988; Farabegoli et al., 1996; Lenzi & Nenzioni, 1996; Peretto, 1991, 1995). Sono molte decine ormai le località dell’Emilia Romagna che hanno restituito in analoghe posizioni stratigrafiche e cronologiche industrie arcaiche. Si tratta, tra gli altri, dei giacimenti di Bel Poggio (Fontana & Peretto, 1996), Romanina Bianca (Farabegoli et al., 1996), Serra (Antoniazzi et al., 1998), Covignano (Antoniazzi et al., 1998). Le industrie di questi siti, raccolte anche durante scavi sistematici, presentano identiche caratteristiche tecniche e tipologiche e sono tra loro perfettamente comparabili. (...)»

 

.... le storie ... popolari e le leggende ... quelle che oggi vengono definite "fake news" ...

Alla Rocca di Monte Poggiolo è legata una leggenda che narra dell'esistenza, ai tempi di Caterina Sforza, di una galleria che dall'interno conduceva fino alla rocca di Ravaldino, a Forlì.

La “bufala” del meteorite a Montepoggiolo
«Su Monte Poggiolo, verde naturale balcone dal quale si ammira il fecondo piano di Romagna, gli avanzi di un antico castello son quale arrugginita corona che richiama, in primavera, frotte di gitanti sbriglianti la fantasia sul tempo che fu.
Mobilitati, nel tardo pomeriggio di ieri, assieme a un numeroso gruppo di autorità e di colleghi, vi siamo ritornati per avere esatta cognizione di una avvenimento sensazionale: un meteorite, distaccatosi da un astro immensamente lontano, si è abbattuto, con ciclopica violenza, sul bastione a fianco del torrione, a destra dell’ingresso, facendolo rovinare e lasciandovi una breccia che misura un diametro massimo di cinque metri».
dal Giornale dell'Emilia, 1951, 1 aprile

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