

La "stadera" è anche citata nell'Inventario del 1769 del Palazzo Pretorio di Terra del Sole e risulta collocata nella facciata davanti esternamente sulla cantonata a levante, in corrispondenza della "gogna" per dare la "fune pubblica".
La bilancia, oltre ad essere lo strumento per pesare le merci e i prodotti di vario genere è altresì un simbolo iconografico molto significativo in quanto è, assieme alla spada, parte integrante della rappresentazione della Giustizia.
Nell'Aula del Tribunale per le cause civili e criminali del Palazzo Pretorio o dei Commissari di Terra del Sole la Giustizia è affrescata in una delle "lunette" centrali e reca in mano i simboli tipici del suo operato: la spada e la bilancia a simboleggiare rispettivamente l'inflessibilità della legge e l'imparzialità della stessa.
La Giustizia è da sempre raffigurata come una bella signora che tiene nella sinistra una bilancia e nella destra una spada, la giustizia ha a volte gli occhi bene aperti, a volte nascosti da una benda che le impedisce di vedere.

La bilancia come simbolo della giustizia risale addirittura agli antichi greci: la dea Diche, figlia di Zeus, fu colei che, discesa sulla terra, diffuse il concetto di giustizia tra i popoli. Adriano Prosperi in “Giustizia bendata” segnala che stava già accanto alla dea egizia Ma’at e pesava meriti e demeriti dei morti.
Per quanto riguarda la scelta della bilancia come simbolo di imparzialità, è facilmente intuibile la ragione: la bilancia serve allo scambio delle merci e pesa ogni oggetto con lo stesso parametro, e così fa (dovrebbe fare) la legge; la bilancia della giustizia sottintende un equivalente universale fra dolore e colpa, colpa e pena.
[per apprfondire il tema delle immagini allegoriche della giustizia vedi "La bilancia e la spada - storia (1) - storia (2) - storia (3)"; vedi anche "Giustizia bendata: percorsi storici di un'immagine", “Tribunali della coscienza” e “Dare l’anima”, Adriano Prosperi, Einaudi]