Archivio Storico di Firenzuola
Eretta dalla repubblica fiorentina nel 1332, prese le armi della madre patria , insieme accoppiando il giglio della città e la croce del popolo.
[Le Armi dei Municipj Toscani illustrate dal Cav. Luigi Passerini pubblicate per cura di Agilo Mariotti incisore, Firenze 1864]
La memoria di un paese, archivi e biblioteche di Firenzuola. Purtroppo perduti per sempre
«A Firenzuola, alla fine dell’ottocento, tre erano gli archivi pubblici importanti: l’archivio comunale, l’archivio della pretura e l’archivio del seminario. Oggi di questi non rimane niente, sono irrimediabilmente persi a causa del bombardamento del 1944, che distrusse quasi interamente il paese.
Dell’archivio comunale è possibile ricostruire la consistenza grazie ad una serie di articoli del paleografo e archivista Demetrio Marzi sulla “ Rivista delle Biblioteche e degli Archivi “, pubblicati a partire dal gennaio 1900 [vedi a fondo pagina]. All’epoca della sua ricognizione vi era un dettagliatissimo inventario del 1820 nel quale il compilatore, cancelliere Pezzella, riporta tre precedenti elenchi che vanno dal 1553 al 1664, ci dà notizia che l’archivio era esistente fin dal XVI secolo e che molti documenti, durante l’occupazione napoleonica erano stati trasferiti a Firenze e a Modigliana, dove era stata stabilita la sede del dipartimento che comprendeva la Romagna Toscana.
Nell’archivio vi era conservato innanzitutto un registro con gli Statuti del 1418, era un volume di 136 carte in pergamena redatto nel 1530 su una copia di ser Betto Betti, essendo gli originali a disposizione dei pubblici ufficiali, bruciati da Ramazzotto nel 1529 insieme agli archivi del vicariato, nell’incendio che appiccò a Firenzuola e che arse per tre giorni facendo perdere irrimediabilmente oltre agli archivi anche tutte le sue opere d’arte; su detta copia erano riportate aggiunte dal 1537 al 1724; l’antica copia di ser Betto, in 118 fogli fu conservata nell’archivio fino al 1874, quando fu inviata a Roma per la raccolta degli statuti antichi d’Italia e si trova ora nell’archivio di stato di quella città ( collezione statuti stat. 0153 ). Una copia cinquecentesca esiste anche presso l’archivio di stato di Firenze, nel fondo Comunità autonome e soggette al n. 317.
Vi erano numerosi registri di provvisioni di Firenzuola e dei comunelli che costituivano il Vicariato, che partivano da quello più antico, del Peglio, del 1520 per arrivare al 1598 con gli atti di Monti. Numerosi sono anche i libri di entrata e uscita di detti comunelli, si inizia con quello di Cornacchiaia dal 1508: “ questa è la ragione e chalculo di ragione dell’entrata e uscita di Michele …. da Cornacchiaia, stato consolo di decto comune e’ sei mesi proximi passati, incominciato a’ di 26 del mese d’aprile proximo passato, 1508 …”; seguono via via le altre comunità fino al 1563, data di inizio di quelli di Tirli e di Visignano. Queste scritture cessano tutte nel 1777, dopo l’abolizione del Vicariato.Vi erano poi quattro volumi, dal 1564 al 1792, riguardanti le strade e i ponti del Vicariato e otto di Paci e tregue dal 1565 al 1730. Nell’inventario del 1820 vi era anche una nota nella quale si cita un libro “ Entrate del camerlingo dell’Alpi Fiorentine, dell’anno 1330” che sarebbe stato importante per la ricostruzione delle prime vicende della costruzione di Firenzuola, ma del quale si era persa ogni traccia. Vi erano comunque conservati altri quattro libri del XIV secolo, riguardanti l’amministrazione del Vicariato, e datati 1375, 1376, 1378 e 1387. A titolo di informazione in “ ILDEFONSO DA SAN LUIGI, Delizie degli eruditi toscani, Firenze, Cambiagi, 1770-1789” è riportato un frammento del primo Statuto di Firenzuola dell’anno cir. 1332 o 1333, t. XII, pp. 343-348 [clicca su questo link per vedere le due citazioni]. (...)»
[testo tratto da Sergio Moncelli © Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 25 Aprile 2021]
Altre informazioni su: