La didattica in archivio - 2009


La didattica in archivio

Seminari formativi per l'ideazione, gestione e promozione dell'offerta didattica

L'inchiostro simpatico. Evoluzione e orientamenti della didattica in archivio – Bologna, 5 maggio 2009

Laboratorio condotto da Paola Zambonelli (Archivio storico comunale di Castrocaro Terme e Terra del Sole)

 
Io vi parlerò della realtà di Castrocaro Terme e Terra del Sole che rispetto a tutte quelle descritte fino ad ora è molto piccola. 

L’esperienza didattica nel nostro archivio, aperto al pubblico dal 1983, è piuttosto recente e l’archivio, diversamente da altri qui presentati, non è dotato di un organico consistente, ci sono solo io. 
Quella che vi racconterò è dunque l'esperienza degli ultimi 10 anni.
In un primo momento l'offerta era strutturata prevalentemente con visite guidate a cui si sono poi gradualmente aggiunte presentazioni di tesi di laurea realizzate in archivio, nonché di alcuni prodotti multimediali come ad esempio il CD “I percorsi delle Pene” a valenza didattico-divulgativa. 

Devo dire che le visite guidate sono state orientate fin da subito a pubblici diversi, compresi bambini in età di scuola materna. 
Naturalmente si trattava di interventi calibrati alla loro età, dai contenuti facilmente fruibili, apprezzate sia dagli insegnanti che dai piccoli utenti.
Il laboratorio concordato con la scuola media “Dante Alighieri” di Forlì, è stato la chiave di volta per una maggiore conoscenza e valorizzazione del patrimonio archivistico nonché per dare inizio ad una nuova e più stimolante stagione della didattica. 

Quando l'esperienza è partita, l'obiettivo era quello di accostare i ragazzi allo studio di una parte della storia del Rinascimento; la sfida, quella di affrontare un argomento di storia e renderlo fruibile in forma ludica. 
Il filo della memoria si è dipanato attraverso visite preliminari all'archivio, ricerca e traduzione di documenti. 
Per un intero inverno i ragazzi, insieme all’insegnante di storia si sono sperimentati fino alla realizzazione di Eliopoli “Il gioco della storia”, un misto fra Gioco dell’Oca e Monopoli, espressione di un progetto che ha coinvolto adulti e ragazzi a testimonianza dei vantaggi che l'Archivio e l'uso dei suoi documenti possono offrire alle classi. 
Ovviamente per poterlo giocare è necessario conoscere la storia di Terra del Sole. 
Tutte le immagini riportate nel tabellone, che potete vedere nelle copie che ho portato, sono state disegnate dagli studenti stessi a seguito delle informazioni acquisite durante gli incontri. 
Le domande e le risposte fanno riferimento alla storia locale, e così come nel Monopoli sono presenti le carte degli Imprevisti e delle Probabilità, qui abbiamo i Premi e le Pene perché il fondo archivistico indagato è quello degli Atti Civili e Criminali dei Commissari: una ricca raccolta di processi e pene. 
Il prodotto realizzato è stato distribuito nelle scuole della provincia di Forlì-Cesena in modo da offrire agli insegnanti la possibilità di capire come ci si possa avvicinare ad un archivio, fare storia “toccandola con mano” e risvegliare nei ragazzi il senso di appartenenza alla microstoria. 
Le proposte si sono moltiplicate cercando di cogliere l'esigenza della scuola stessa.
Forse facilitata in questo dall'operare in un territorio comunale decisamente contenuto, con la
presenza di un unico Istituto Comprensivo che accorpa scuola d'infanzia, primaria e secondaria, ho cercato di cogliere la necessità degli insegnanti proponendo progetti finalizzati
alla valorizzazione ed allo studio del territorio castrocarese, di pari passo con la programmazione scolastica annuale.

Mi riferisco, nello specifico, a ricerche condotte per trovare documenti inerenti alla valorizzazione dell’olio o del vino (tematiche su cui la scuola
stava lavorando), o ancora, sempre nell'ottica di proporre l'archivio come elemento trasversale
indispensabile allo studio della storia del luogo in cui esso è stato prodotto, il fondo è stato utilizzato per approfondire argomenti utili ad iniziative organizzate dall'istituzione scolastica in collaborazione con altri enti. 

Questa modalità operativa ha rafforzato la convinzione che l’archivio potesse essere una fonte indispensabile a cui attingere arricchendo la qualità del lavoro svolto. 
E' stato così possibile approfondire il rapporto con i docenti, tant’è che adesso si condivide fin dall'estate, la progettualità delle attività da condursi presso l'archivio durante l'anno scolastico, e la partecipazione agli open- day ed alla settimana della didattica è stata inserita nel POF dell’Istituto Comprensivo. 
In questo modo si riesce a lavorare meglio, con meno dispersione di energie. 
Le visite guidate stanno ovviamente continuando su tipologie più o meno consolidate che riguardano la presentazione dei fondi archivistici, vengono spiegate le differenze fra archivio e biblioteca, oppure ancora, si lavora sulla carta con i suoi odori e rumori realizzando veri e propri laboratori sensoriali rivolti soprattutto ai bambini più piccoli. 
Va inoltre consolidandosi un’attività più strutturata dove i ragazzi a piccoli gruppi frequentano l'archivio anche al pomeriggio, approfondendo temi che gli insegnanti stessi richiedono perchè finalizzati allo sviluppo dei loro percorsi di storia. 
Gli studenti in questo modo sono maggiormente coinvolti e il contatto col documento antico li incuriosisce tanto da farli sentire parte attiva conferendo valore aggiunto alla loro ricerca.
L'indagine approfondita nel fondo degli Atti Civili e Criminali, unitamente ad una maggior conoscenza di Palazzo Pretorio già sede dei Commissari granducali, con le segrete cinquecentesche ed i loro graffite alle pareti, conferma quanto già da tempo dichiarato circa l'esistenza di un “archivio di carta” ed uno di “pietra” fra loro complementari. 

Nell’ultimo open day, svoltosi lo scorso ottobre, per sottolineare tale aspetto è stata realizzata a Terra del Sole una “Caccia al tesoro itinerante fra Archivio e Museo”. 
Ho lavorato in questa occasione con un gruppo di sedicenni. 
Ho tradotto per loro un processo del '700 dove comparivano alcune frasi che mi premeva mettere in risalto proprio perché presenti anche sulle pareti di alcune segrete del Palazzo.
I ragazzi hanno curato la drammatizzazione del processo, fornendo al pubblico gli indizi per la caccia al tesoro apertasi in archivio e proseguita nel Palazzo dei Commissari. 

Il tesoro consisteva proprio in quelle frasi -presenti nei dialoghi della rappresentazione- che poi dovevano essere identificate sulle pareti delle celle. 
La squadra vincente si è aggiudicata un ingresso gratuito al Museo della Rocca di Castrocaro. 
L'esperimento ha funzionato ed è risultato interessante anche per i partecipanti provenienti da località limitrofe, assolvendo in questo modo allo scopo prefissato di valorizzare l’archivio storico e l'intera rete dei beni culturali presenti sul territorio comunale. 
Allo stesso modo stiamo lavorando adesso con le scuole medie per un’iniziativa che sarà presentata il 9 maggio in occasione della 8.a Settimana della Didattica. 
 La modalità scelta è ancora una volta quella della caccia al tesoro. 
Tema individuato: l’Araldica. 
L'idea nasce grazie alla presenza di stemmi commissariali acquerellati sulle copertine dei manoscritti e affrescati sulle pareti di Palazzo Pretorio. 
E' stato possibile esaminarli e confrontarli sottolineandone eventuali differenze. I ragazzi coinvolti presenteranno il loro lavoro alle quinte elementari. 
Questa sorta di pear education si rivela un valido metodo di studio. 
Il mettersi in gioco su più livelli, utilizzando strategie diverse per bilanciare l'uso del testo, rende la storia più appetibile e di facile comprensione e riconsegna agli archivi il ruolo di memoria del mondo non tanto nella tradizionale chiave di lettura, più di tipo archeologico, quanto di vero e proprio strumento didattico, con un ruolo attivo e di supporto anche alla “google generation”.
A questo punto vorrei rifarmi semplicemente al titolo della Settimana della Didattica che
ha reso possibile l’incontro di oggi. 

“Quante storie nella Storia” credo sia proprio il tema su cui dobbiamo lavorare, nel senso che ognuno di noi ha delle storie da portare. I ragazzi stessi, quando arrivano alla fine di un percorso di ricerca in archivio, hanno maturato proprio quel senso di appartenenza che è in qualche modo il loro fare storia. 
Non si tratta più di una storia calata dall’alto e per questo sono ancora più stimolati a continuare nella ricerca. 
Ho portato le riflessioni raccolte lo scorso anno a conclusione di un progetto improntato sul tema degli archivi scolastici. 
E' mia abitudine chiedere ai ragazzi cosa ne pensino del lavoro fatto, e così mi piacerebbe rendervi partecipi del loro pensiero, perché fino ad ora abbiamo parlato noi adulti, ma i ragazzi non li ha sentiti nessuno. 
Ecco, vi leggo: “Un altro progetto! Che noia!
Adesso addirittura dobbiamo leggere i libroni stravecchi che narrano fatti accaduti secoli fa e cercare di decifrare grafie quasi incomprensibili, cosa ci può interessare sapere come era la scuola 100 anni fa? 

A me scoccia già abbastanza frequentarla adesso, figuriamoci se mi può coinvolgere come andavano le cose a quei tempi. 
Questo pensiero, forse all’inizio, è stato quello di un po’ tutti noi alunni delle classi terze della scuola secondaria di Castrocaro: nuovi compiti, nuovi impegni, nuove cose da imparare e ne avremmo fatto volentieri a meno. 
Poi capita l’imprevisto: ne scaturisce una grande curiosità. 
Quanti di noi sarebbero curiosi di sapere se anche a quei tempi gli alunni erano rumorosi o se gli insegnanti si dannavano come i nostri di oggi per cercare di tenere l’ordine e l’attenzione. Il tempo è trascorso ma la storia è sempre la stessa: il nostro lavoro in archivio è stato un modo per riviverla, per spolverare quello che era stato ignorato e dimenticato per anni. 
Noi con questa ricerca abbiamo riportato alla memoria persone che non ci sono più, ma che in un certo senso ci rappresentano, perché come noi vivevano la realtà dei propri giorni sperando che questa non venisse cancellata. 
E' questo che ci affascina! 
Guardatevi attorno signori, forse non vedete nulla, ma chi osa guardare con la mente, oltre che con gli occhi, riuscirà a concepire questa verità: noi ricordiamo la storia, noi creiamo la storia, noi saremo la storia e la storia non va cancellata.
Con questo lavoro non abbiamo solo scoperto qualcosa di più riguardo al sistema scolastico di
Castrocaro nell’800, abbiamo ridato la parola a persone che da molti anni l’hanno persa e in
questo modo tramandiamo la storia che in fondo è anche la nostra “.

 
Paola Zambonelli
Archivio storico comunale di Castrocaro Terme e Terra del Sole

 
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